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Libro che chiude alla perfezione la trilogia che ha come protagonista Michele,Mike,Michelino Balistreri. Non voglio continuare ad esaltare le abilità dello scrittore, ma in questo ultimo capitolo, Costantini mi ha fatto toccare con mano l’abisso della profondità dell’essere umano. Amore, odio, amicizia, disperazione, fratellanza, invidia, rabbia, frustrazione, passione, in questo libro non manca niente, il tutto viene sbattuto in faccia al lettore con estrema maestria. Il finale poi, strappa una lacrima e un senso di leggera malinconia. L’unico problema rimane l’avidità del lettore di consumare ancora altre pagine di questo capolavoro. Consigliatissimo.
L’emozione si sa non ha voce e quindi non vi tedierò con termini affabulatori tramite i quali invogliarvi alla lettura di questo libro e, soprattutto, degli altri due che l’hanno precededuto e che in questo trovano il loro senso compituo. Il consiglio che vi do e di non lasciarvi scappare l’occasione di riempire il vostro tempo leggendoli tutti e tre, magari intervallandoni con altri libri. Per quanto riguarda questo libro, come per gli altri, l’autore fa si che non vediate l’ora di arrivare in fondo per sapere se il Mike (o Michele) riuscirà a trovare la sua agognata pace.
L’ultimo libro della trilogia del male è la resa dei conti tra il commissario Balistreri e chi ha avuto vicino, nel bene e nel male: la sua famiglia, i suoi amori mancati, i suoi amici e soprattutto i nemici. Il romanzo è indissolubilmente legato al precedente «Alle radici del male
Anche la fine della trilogia del male si mantiene su di un buon livello, anche se per chi ha compiuto tutto il percorso le continue riprese di parti soprattutto del primo risultano utili ma pesanti a rileggersi anche perché sono tante. Purtuttavia buono da 3.5 in quanto vittima dell’intensità dei primi due