|
Avendo scoperto l’Autore nel suo precedente lavoro(«Il teorema del pappagallo»), mi sono avventurato nella scoperta di questo romanzo. In effetti il talento narrativo e l’originalità prosaica non mancano a Guedj, però personalmente trovo quest’opera inferiore alle mie attese. E’ evidente l’enorme lavoro di notevole interesse storico che soggiace alla sua stesura le citazioni possono rivelarsi davvero un’infinita fonte di spunto per gli amanti della storia Francese di fine ‘700. Gli infiniti rimandi ad ignote cittadine Francesi e ad illustri Sconosciuti (perlomeno ignoti al lettore medio la cui conoscenza della Rivoluzione è ferma ai banchi di scuola), rendono pesante la lettura questa volta la parte tecnica del libro (l’astronomia del 1700) non riesce a vivacizzare la narrazione, come invece accadde nel “Teorema”. E’ molto strano il fatto che di recente la stessa trama è stata proposta da un altro romanziere (A. Ken).
Sono in sintonia con Boris: libro intrigante e a tratti scorrevole.Come ins. di scienze ho preferito il «Teorema»:vero gioiello di supporto didattico ( ho persino costruito con gli alunni di 1 media una piramide)propedeutico allo studio degli angoli! IL meridiano ne è però inferiore: il ritmo non è sempre incalzante e le riflessioni non sono coinvolgenti come la seconda opera. Attendo «La chioma di Berenice» Ciao
Non oso recensire questo libro, posso solo consigliarlo a chi ama la storia della Scienza ed è vicino agli ideali illuministici soprattutto di Rousseau. A queste persone consiglio anche di dare uno sguardo al sito degli amici di Robespierre (www.robespierre.it). Personalmente userò il libro a scuola, come insegnante di Scienze. Sarei grato se qualcuno mi potesse inviare immagini dei due astronomi Delambre e Méchain. Spero esistano, quella di Condorcet l’ho trovata sulla «Histoire socialiste del la Revolution francaise» di Jean Jaurès Un cordiale saluto Boris Bellone