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Spiazzante. È questo il primo aggettivo utile per descrivere questo romanzo. Un romanzo davvero visionario. In un mondo così lontano ma così vicino al nostro. Per ottenere l’equilibrio mondiale si deve rinunciare a qualcosa. Ed in questo caso si è rinunciato al l’emozione. Alla libertà. Alla vita. Una civiltà in cui tutto è sacrificabile. Ma per quale fine? Qual’e il fine ultimo di questo mondo? È possibile accedere ad ogni lusso e ad ogni piacere materiale. Ma lasciando indietro quello che c’è di davvero importante nella vita di ognuno. L’arte. La musica. Il cinema. L’amore. Un elenco davvero infinito. Molto interessanti anche i saggi postumi pubblicati 25 anni dopo dalla stesura del vero romanzo. Un ritorno a quel mondo con una nuova consapevolezza. Nel dopo Hitler e il dopo Stalin. All’inizio di quella che sarà poi la guerra fredda. Odio di solito le liste sui «libri più belli della storia» o dei «libri assolutamente da leggere». Ma questo effettivamente potrebbe entrare nell’una o nell’altra. Magnifico. Leggetelo.
Romanzo che, ancora oggi, possiede una forza visionaria non da poco. Decisamente geniale. Forse la prosa non è eccelsa anche se alcuni dialoghi sono veramente interessanti. Opera di fantascienza di gran pregio.
Ad una prima lettura di anni fa, trovai il libro bizzarro. Riletto oggi nel contesto della teoria del genere come ultima frontiera ideologica della tecnocrazia euro-americana (il secondo aggettivo andrebbe per primo), il libro si dimostra profetico e il suo autore un lucido anticipatore della distopia prossima ventura. La sua capacita’ di previsione e’ ancora piu’ stupefacente se si pensa che il libro e’ del 1932.