|
Con questo romanzo la Lackberg non merita di certo l’appellativo di «nuova Agatha Christie svedese». Rispetto al primo libro, qui ci sono meno «questioni rosa» (elemento importante e ricorrente nella Christie), c’è in generale una maggiore tendenza al macabro con descrizioni dal punto di vista delle vittime di cosa succede loro, il tono è meno «ridanciano
Sto leggendo piano piano tutti i libri di Camilla Lackberg, dopo aver letto per caso LA SIRENA. Questo è stato molto più bello del suo primo libro, «La Principessa di ghiaccio». Unica pecca, forse si dilunga un pò troppo su alcuni personaggi (il cugino di Erica con la moglie per es.) Comunque, nel complesso, molto avvincente il finale!!!
Si legge velocemente perche’ la trauma incuriosisce..ma troppe le pagine inutili e dispersive, come la quotidianita’ di Erika,(cmq non protagonista nel racconto)che trovo quasi irritante.. Per una lettura molto molto leggera.
Se la trama gialla, per quanto complicata dalla presenza di tanti nomi estremamente simili, è abbastanza azzeccata, con una soluzione logica nella sua follia, il resto lascia davvero a desiderare. Erica, che nel precedente romanzo pareva essere la protagonista, qui risulta una comparsa e nemmeno troppo riuscita. Il continuo andirivieni di ospiti inaspettati che si piazzano in casa e pretendono di essere serviti da una donna incinta di 8 mesi, non solo è urticante ma anche piuttosto improbabile, almeno in Italia. La drammatica vicenda della sorella Anna è trattata in modo superficiale. E lo stesso Patrik Hedstròm arriva alla soluzione più grazie all’esame del DNA che non per le sue intuizioni o indagini. Un gran pastrocchio, troppo verboso - un centinaio di pagine in meno, avrebbero giovato - e poco riuscito.