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Un tema che da noi sembra dover essere scansato. Un libro difficile, ma necessario. Uno scrittore che può essere irritante per noi italiani poco inclini all’impegno.
L’ultimo grande romanzo di Francia lo ha scritto Michel Tournier e si chiama «Il Re degli Ontani
Si può amare, essere attratti da bambini e da adolescenti, senza essere pedofili. Si può partecipare con i nazisti a un programma, sia pur in condizioni di «costrizione collaborativa». Sembra essere questo il percorso del protagonista del libro di Tournier, che, se pur ormai datato, propone attraverso gli occhi di Abel Tiffauges, o meglio gli scritti affidati alla «mano sinistra» del suo diario, una visione particolarissima del periodo cruciale del secolo scorso. Il libro è di difficile lettura, sia per la scelta narrativa (diario nella prima parte, e un misto tra diario e racconto in terza persona nella seconda, sia per gli infiniti richiami storici, filosofici, geografici, mitici e biblici, senza trascurare accurate definizioni delle gerarchie militari della wehrmacht, con una prolissa descrizione del tipo di effige sulla divisa e del grado corrispondente, oppure ad una precisa catalogazione dei cervi in base a vari parametri che considerano l’ampiezza delle corna maschili del cervo. Il punto determinante del pensiero di Abel Tiffauges, che già appariva in nuce negli anni descritti del suo trascorso infantile in collegio sul diario, è quello che lui definisce elemento «forico
Cupo, nero, anzi nerissimo, di un torbido leggero e subdolo che si avvinghia e non molla la presa fino all’ultima pagina, neppure questa liberatoria… un orco con la O maiusocola, un moderno re degli Elfi che in una notte della storia e della ragione, seduce le sue piccole vittime, sull ‘orlo delle catastrofi…impunemenete o quasi.