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Molto passato, poco futuro. In questo testo, che si legge in un’oretta prima di dormire, il compagno Capanna si leva una serie di sassolini dalle scarpe. In pratica, nelle 120 pagine a paragrafetti, riabadisce molti concetti, immutati o solo parzialmente aggiornati, di tutto quanto ha rappresentato il 68. Pttimo per chi vuole un bignami di concetti, poco utile per gli altri. Non aggiunge purtroppo niente nelle poche cartelle di testo scritte con carattere da libro per bambini, rilegate in copertina rigida, che valga i 13 euro del libro. Si ha qualche accenno alla modernità solo nelle ultime due parti, quando si parla di OGM e sosteniblità… ma in modo generico e senza particolari spunti. Sembra, piuttosto che una traccia di futuro, un’operazione che mescola un po’ di voglia di tronfiarsi e un po’ di voglia (o necessità) di far cassa, sfruttando la ricorrenza. Questo, per non essere indulgente ) Pedro
Ha senso indagare il passato? E ciò vale anche per il sessantotto? E’quanto si chiede Mario Capanna nel suo recente libro col quale viene a comporsi la trilogia sul ‘68, quella lontana stagione politica che ha cambiato la società. In quest’ultima sua fatica, l’Autore scruta il passato per misurarsi, con onestà intellettuale, con il presente e il futuro. Il libro è dedicato, con generosità, a tutti coloro che non fanno finta di vivere, ma si amano perchè amano il mondo. Un libro nel quale l’Autore induce alla seria riflessione con domande come queste: Vive il ‘68? Parla ancora? Morto secondo il pensiero del «conservatore
Un libro che aiuta a vincere la pigrizia mentale, che aiuta a vincere l’ «anebizzazione» delle coscienze. p.s. un consiglio ad Aldo Grasso: i libri si leggono fino in fondo.