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Il silenzio è stato il mio primo compagno di giochi. La mia storia vera

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Titolo: <strong>Il silenzio è stato il mio primo compagno di giochi. La mia storia vera</strong></br></br>
Autore: <strong>Roberto Wirth,Corrado Ruggeri</strong></br></br>
Editore: <strong>Newton Compton</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2015</strong></br></br>
EAN: <strong>9788854174658</strong></br></br>

<p>Il grande silenzio è stato il mio primo compagno di giochi. Un abbraccio affettuoso e terribile che non mi ha mai abbandonato. Nemmeno ora. E che non mi lascerà mai. Quando la gente mi guarda, pensa che io sia come tutti gli altri, perché la sordità non ha segni evidenti, è un handicap invisibile. Così, spesso, una persona sorda viene scambiata per un qualunque udente. Non lo è affatto, però può riuscire a raggiungere gli stessi traguardi. Come ho fatto io. Con tenacia, passione, coraggio, lottando contro un mondo che a volte non mi è stato amico, contro nemici che avevo perfino in casa e cercavano di opporsi alle mie scelte e di impedirmi di inseguire i miei sogni. Ma io ce l'ho fatta. Questa è la mia storia". Roberto Wirth - proprietario dell'Hassler, l'hotel di Roma dove alloggiano celebrities di ogni parte del mondo - ci racconta in prima persona la sua straordinaria parabola esistenziale, la vita complessa di un uomo nato sordo profondo e costretto a misurarsi con i pregiudizi degli altri, a partire da quelli della sua stessa famiglia.</p>
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Un direttore di hotel ci racconta la sua storia, quella di un’esistenza difficile, segnata da un handicap ma soprattutto dal non sentirsi accettato da chi gli stava vicino. L’autore non si è adagiato (la famiglia era benestante), non si è nascosto o rassegnato, ha lavorato, studiato, abitato da solo anche all’estero con determinazione e voglia di farsi valere, in famiglia e nel mondo. Il linguaggio del libro è più spontaneo che letterario, a tratti sembra una pubblicità x il proprio albergo, ma è xché la sua vita è strettamente legata ad esso, x lui non era semplicemente un lavoro, era un riscatto, un sogno. Una testimonianza di positività e coraggio che ci fa anche pensare ai problemi che affrontano quotidianamente tutte le persone che non vedono, non sentono, non camminano e di quanto poco facciamo x entrare nella loro realtà.