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Pratchett è una garanzia. Secondo bellissimo capitolo della trilogia su Morte. Alle parti scanzonate e spassose con protagonista Windle Poons, si alternano la profondità e la poesia delle vicende di Morte, che si fa uomo per provare a capire se c’è qualcosa da capire, pur rimanendo nel solco dello stile dell’autore, sempre acutamente ironico. Ripeto, bellissimo.
Semplcemente stupendo. L’inizio è puro stupore. Più avanti, le invenzioni paradossali su tempo, eternità, spazio e non-spazio sono virtuosismi di autentico genio. Si tratta, in realtà, di due romanzi intrecciati, di tono e colore completamente diversi. Uno riguarda le vicende di Windle Poons, comiche e buffe: molto gradevoli, ma volutamente leggere. L’altro è la storia di Morte che scopre la disperata bellezza dell’essere umano, quindi effimero e destinato a finire, «un brevissimo attimo di vita, sospeso tra due eternità di buio» (cito a memoria: magari la frase non era proprio così, ma ci andava vicino). E quanto dolore veli anche i momenti più belli, e quanta struggente dolcezza ci sia anche in questo dolore. Delicatissimo, profondo, vero, commovente. Adorabile, anche, il personaggio della vecchia. Capolavoro.
Bello, leggero, a volte simpatico…alcune trovate sono esilaranti, ma nel complesso si legge di due storie non troppo approfondite che non c’entrano nulla una con l’altra e creano solo confusione nel lettore. Soprattutto se non è molto ferrato con Pratchett. A tratti da ridere davvero come le parodie di alcuni personaggi horror, romantico quando il protagonista Morte diventa mortale per capire il valore di ogni istante di vita… Ma oh, quattro risate e poi…senza capo ne coda metti giù il libro e dici…mah!
assolutamente da non perdere.