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Forse non sarò raffinato come i lettori che mi hanno preceduto nella recensione, ma sinceramente non impazzisco per Persson. Riconosco in lui una conoscenza scientifica degli argomenti che tratta, ma lo considero più un tecnico che non uno scrittore. Narrazione lenta, prolissa a volte ripetitiva. Degli scandinavi gli preferisco sopratutto Henning Mankell ma pure Larson. Comunque questo ultimo libro della trilogia è sicuramente il migliore. Anche se il più lungo, certamente è il più avvincente.
Condivido pienamente le recensioni di altri lettori. Apprezzo la solida credibilità di Persson (non a caso, già criminologo presso la Polizia svedese), ed al contempo non faccio pazzie per la sopravvalutata e fumettistica trilogia di Larsson. Per di più, ritengo che il lettore italiano, a leggere di apparati dello Stato deviati in senso antidemocratico, ci trovi molto del proprio passato recente (non romanzato). Libro da non perdere, per chi predilige un approccio realistico, non privo però di momenti di spiccata ironia. Come da non perdere ritengo sia anche il resto della produzione di questo eccellente autore, che riesce ad interessare con l’aspetto romanzesco, ed al contempo informa come un saggista.
Persson si conferma in questo romanzo l´Ellroy svedese e demoltiplicato, e autore molto diverso da Larsson, al quale ogni tanto viene associato. I suoi romanzi vivono di ritmo lento e di solido realismo, rendendo tutto il piacere della Quest, della lenta e inesorabile raccolta di indizi, senza grandi colpi di scena e con rarissime cadute nel sensazionalismo. Peraltro nella descrizione del (presunto in quanto romanzato) scioglimento del caso Palme, Persson pare avvicinarsi a quella che sembra una probabile veritá. Non per tutti i gusti, non per chi ama i personaggi «forti» alla Salander, ma decisamente riuscito, e il migliore della trilogia «storica» di Persson
A chi piace Stieg Larsson, Persson non piacerà. Questi romanzi (lunghi quanto se nn più di quelli di Larsson) sono diametralmente all’opposto in quanto a stile, personaggi e storie raccontate. Le indagini di Persson vanno avanti con tempi normali, realistici, a volte persino biblici … i ‘colpi di scena’ sono rari e quelli giusti arrivano solo dopo tante cantonate. Però è così in effetti che va nella vita reale … Questo in particolare è un romanzo un po’ sui generis, che riprende la storia del mai risolto omicidio Palme e delle indagini confuse e pasticciate di allora, arrivando ad una sua (comunque plausibile) conclusione. In mezzo ai tanti personaggi fissi di Persson, spicca senz’altro l’odioso ma esilarante Backström, incredibilmente cafone, arrogante, presuntuoso, ignorante, scorretto e sempre, sempre, sempre coerente con se stesso … Consigliatissimo (come il resto della produzione di Persson) a chi ama gialli ‘intelligentemente normali’ e molto, molto credibili.