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Indro. Due complici che si sono divertiti a vivere e a scrivere

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Titolo: <strong>Indro. Due complici che si sono divertiti a vivere e a scrivere</strong></br></br>
Autore: <strong>Giorgio Soavi</strong></br></br>
Editore: <strong>Longanesi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2002</strong></br></br>
EAN: <strong>9788830420007</strong></br></br>

<p>Giorgio Soavi ricorda la figura di Indro Montanelli offrendo un ritratto composito che getta luce sulla vita pubblica del giornalista scomparso, ma soprattutto su quella privata: dalle donne alle passioni, dagli entusiasmi alle delusioni.</p>
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<strong>Indro</strong> Montanelli, nome completo <strong>Indro</strong> Alessandro Raffaello Schizògene Montanelli (Fucecchio, 22 aprile 1909 – Milano, 22 luglio 2001), è stato un giornalista 
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La presenza di Soavi in ‘Indro’ è eccessiva la figura di Montanelli soggiace all’autocelebrazione del protagonista de ‘Un banco di nebbia’ ,adesso,non più incolpevole. Bastano le prime otto righe:«Ci siamo conosciuti in un bruttissimo modo verso la fine degli anni ‘50,da Bagutta,in quella stanza privilegiata dove mangiavano scrittori e giornalisti. Montanelli salutò tutti quanti e quando arrivò davanti a quel giovane che adesso lo ricorda tese la mano,ma il giovane non rispose al gesto amichevole.Convinto che Montanelli fosse uno schifoso fascista.» Probabilmente Soavi aveva letto ‘Addio,Wanda’ di Montanelli pubblicato nel 1956 da Longanesi (ovviamente) e non aveva dimenticato queste parole:«Il grande corteo si incolonnava verso piazza Venezia.Quali cari ricordi,quali dolci memorie,quali sopite nostalgie risvegliò nei cuori romani l’-oceanica adunata-che in un battibaleno vi si ammassò?Non sappiamo.Sappiamo soltanto che a un certo punto tutti gli occhi si alzarono verso un certo balcone,come in attesa di vederlo spalancarsi.Ma il balcone non si spalancò.Rimase chiuso nella sua inconsolabile vedovanza.» La Storia,generalmente,la scrivono i vincitori.I carteggi li pubblicano i superstiti o gli ambiziosi. Volessi radunare e stampare la corrispondenza tra Michela e me:tutte le lettere,da quelle cariche di passione a quelle di rancore,dalle prenotazioni di alberghi agli appuntamenti negli studi legali,forse anche io userei il sottotitolo ‘Due complici che si sono divertiti a vivere e a scrivere’. Forse,aggiungerei un punto interrogativo.

Ho apprezzato questo libro-testimonianza, anche se lo consiglierei solo a chi sia già conoscitore dell’opera di Montanelli. Non vengono messe in luce le idee e il pensiero del giornalista Montanelli, ma alcuni aspetti del suo carattere burbero e tagliente. Per farsi un’idea del pensiero e della vita di Montanello trovo molto più esauriente e coinvolgente il libro «Soltanto un giornalista» di recente pubblicazione.

… non ho conosciuto Montanelli né di persona né nelle sue parole… s’eppur per motivi diversi da quelli del giovane Soavi anch’io avevo idealmente ritratto la mano….. ho voluto seguire Soavi in questa avventura-ricordo e… penso proprio valga la pena stringere la mano a Indro Montanelli…

Giorgio Soavi continua a stupirci, perchè dopo i tanti affascinanti volumi ruotanti intorno al mondo dell’arte e degli artisti (come dimenticare i saggi dedicati all’amico Alberto Giacometti, o a Sutherland o l’ultimo bellissimo ritratto di Balthus o anche il volume su Picasso e Bacon), con questo libro conferma la sua genialità espressiva, il tatto ironico e competente, la maestria. Ricordo che a fine lettura del volume che Soavi ha dedicato ad Olivetti (tra parentesi molto importante perchè rievoca tutta la stagione delle famose Strenne, la prima delle quali fu il Pinocchio illustrato da Roland Topor, e Soavi non ne parla per sentito dire: era lui che da Olivetti dirigeva questa collana, dopo averla ideata) ebbene a fine lettura rimasi male perchè lo lessi tutto d’un fiato ed era già finito. Con questo Indro, in fondo, Soavi continua a parlarci in maniera semplice, lineare, di qualcosa di complicato e di straordinariamente importante. Grazie, Giorgio Soavi.