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Decisamente un bel romanzo, intrigante e profondo, che si legge senza un attimo di noia, e se ne assapora ogni passaggio.
Questo romanzo dalle tinte gialle le cui vicende si svolgono sullo sfondo della guerra cecena, è la dimostrazione di come la lettura possa essere molto piacevole e coinvolgente anche quando la struttura narrativa non è lineare e consegna al lettore un complesso intreccio di prospettive narrative. Mentre tuttavia il lettore è impegnato a ricostruire la linearità della trama, a riconoscere ogni volta il diverso io-narrante, a mettere ordine tra i tempi della narrazione (in realtà è anche tutto questo uno dei piaceri della lettura), può indugiare su passaggi narrattvi di rara bellezza lirica. Il pregio maggiore tuttavia della scrittura di Masotti, a parte la complessità della struttura narrativa di cui si diceva, è il gioco di culture, di conformazioni psicologiche e di consapevolezze ideologiche che emerge dalle vicende e dal modo di raccontarle dei personaggi. L’autore nella difficile rappresentazione per così dire «dall’interno» di una realtà a noi distante, mostra sia accuratezza nella rappresentazione dell’orizzonte culturale e storico russo-ceceno, sia la sensibilità dell’immedesimazione con diverse posizioni psicologiche, culturali e ideologiche.