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non esattamente il libro più esaltante della atxebarria. lo stile e gli ambienti sono gli stessi, ma questa volta mi è sembrata trattare un argomento che anche se vissuto in prima persona risulta essere un pò più grande di lei. alla fine mi è sembrato quasi noioso e ripetitivo. ha scritto mooolto meglio.
Se questa donna si fosse presa la briga di leggere Jung (e relativi concetti come L’«ombra» e l’«immagine dell’anima»)ed un po’ di mitologia greca prima di scrivere, avrebbe evitato di dispensare molta ignoranza a questo nostro mondo già così vessato. Risultato: visto che non è in grado di portare consapevolezza nè a se stessa nè agli altri, si mette a dare consigli pratici che oscillano tra quelli di «Donna moderna» e quelli di «Grazia
Un occasione per esaminare la propria vita e solo un’aspirina (come promette l’autrice) per smettere di essere vittime di se stesse e dei giudizi e delle pretese della società… ma l’aspirina ai virus gli fa un baffo! L’autrice sprona a cercare la cura più potente dentro di noi e incoraggia a farlo partendo dalla sua esperienza personale. Ci sono scritte delle verità che cerchiamo di ignorare ma che vale la pena di leggere e riconsiderare… a volte sono delle cose un pò stupide ma che, giorno dopo giorno, riescono ad influenzare la nostra vita e a farci male. Un piccolo contributo per il male sottile che mina le donne di oggi. Buona lettura
Meraviglioso… fermarsi ad una recensione mi pare riduttivi.. troppi gli spunti, le emozioni e le riflessioni che suscita… questo con la maestria dell’autrice, perfetta nel districarsi tra lo sdrammatizzare, l’autoironia e la verità spesso amara.. tra saggio, romanzo e autobiografia, si riflette su se stessi, sul proprio modo di rapportarsi e sul perchè di certe situazioni ripetitive che caratterizzano la nostra esistenza. Sublime l’iniziale paragone tra il jazz e la vita sentimentale.. Per uomini e donne.. per chiunque voglia guardarsi dentro senza timore, e, come sottolinea l’Etxebarrìa, per far questo non basta certo un libro «aspirina