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Mah.. Il voto sale per la scorrevolezza e l’idea che alla fine non sono male. Mi sarei però aspettato qualcosa di più da Rollins. Ho l’impressione che non si sia spremuto poi tanto le meningi per scrivere questo libro. La parte finale non è male, ma l’inizio e la parte centrale sono una serie infinita di digressioni mediche e di scene d’azione molto poco «d’azione». La parte dell’inseguimento al giaguaro l’ho trovata un’agonia. Alla fine sembra la storia perfetta per un bel film di serie B. Ma niente di più. Subito dopo ho letto Amazzonia. Non c’è paragone.
Un buon Rollins che in questa occasione attinge dalle sue conoscenze di veterinario per scrivere un racconto in cui come sempre non mancano azione e interessanti spunti che, per quanto estremizzati per spettacolarizzare il tutto, spesso partono da reali presupposti scientifici e storici. Per alcuni aspetti, gli animali geneticamente mutati e i riferimenti biologici e virali, richiama precedenti libri quali Amazzonia e Il marchio di Giuda. Nella tipologia di racconti nei quali Rollins si cimenta non è facile riuscire a rimanere in quel labile confine che sta tra il reale ed il fantastico, lui lo sa fare molto bene anche se in questo caso devo confessare di non aver compreso del tutto qualcuna delle tesi esposte per giustificare e spiegare gli avvenimenti descritti. Comunque sempre encomiabile la capacità di Rollins di coniugare suspence a tematiche di effettivo interesse e che anche nella realtà, considerandone gli sviluppi futuri, suscitano grandi aspettative ma anche inquietanti dubbi.
a mio parere è mezzo voto sotto, rispetto ai due grandi capolavori di rollins Artico e Amazzonia semplicemente perchè la trama tarda un po ad accellerare..quando però la storia si fa intrigante non ci si riesce più a staccare…per questo merita comunque un 5/5..è un libro di avventura con la A maiuscola, come del resto tutti quelli di rollins
Mezzo punto al di sotto del «La chiave dell’apocalisse