|
Questo è un romanzo velato da un grande dolore, dettato dall’odio e dall’amore, odio per cittadini che non vogliono riscattarsi, restando impigliati ed esiliati nei loro preconcetti personali non accorgendosi che se il dolore, e l’odio che vi nasce, non è vissuto collettivamente è inservibile e nella sua inutilità fa sorgere solo debolezza e schiavitù ad un potere corrotto. La corruzione è l’altro grande male di questa così detta nazione, Busi, in tutta la sua opera, fa risaltare questa malattia, il tumore che ci sta uccidendo e che lasciamo incurabile, non si ha la capacità di guarire ma neanche di diagnosticare nel nostro intimo. Dolore per l’amore perso, offeso, egoista, incompreso e sfruttatore, l’amore dimenticato o mai incontrato, l’amore che ha girato le spalle per pregiudizi o per non aver visto chi lo stava cercando , L’amore non dovrebbe mai nascere solitario, o per se stesso, ma nell’azione pubblica e nella condivisione dei suoi motivi dall’amore nascosto, segreto, lo scrittore fugge ma anche dal sentimento che vuole ‘qualcosa in cambio come se l’amore fosse una compravendita di convenzioni, nel romanzo si esprime attraverso il rapporto con le ‘vacche amiche’ che porgono le loro mammelle cercando sempre una risposta da sfruttare, difficile amare senza altre intenzioni, difficile innamorarsi senza attendere un dono, o un interesse maggiore. Le donne descritte nel romanzo sembrano surreali, ma sono vere perché reali sono i sentimenti che le compongono, Miriam non capisce il più bel complimento che le rivolge lo scrittore ‘le manca solo un uomo ed è perfetto ’ perché, come tutte le donne è in cerca di un maschio macho, dell’uomo che dorme nel suo letto senza rispettarla e spingerla ad essere una persona, una donna che non si libera dall’essere la costola di Adamo pronta solo ad essere sfruttata e muoversi nella pantomima del maschio. Busi con l’ennesimo capolavoro, non ha permesso al romanzo in Italia di morire anzi lo costringe a vivere.
Dopo la truffa delle banche ci mancava pure la truffa dei libri. Questo libro è il copia-e-incolla di «Vacche amiche
Salve Maria. Come Busi scrive negli ultimi due libri: siamo al delirio del cattivo infinito, ogni testo produce un codazzo, ehm, di glosse che perdono subito il focus e spandono congiuntivite. Uno scambio tra lettori nel settore dei gradimenti di una libreria virtuale lo trovo sfiziosamente comico, per fortuna c’è chi bada al concreto come Marco Ghizzoni che ieri per «La Provincia» di Cremona ha scritto una bella recensione su «L’altra mammella». Confido nella resipiscenza dei moderatori di IBS che ci braseranno pietosamente via assieme alle ochetterie, le schede della biblioteca e gli orfanismi: a me, dico, il romanzo è piaciuto per com’è scritto, per la sua lingua e per la sua innovazione formale sorniona e determinata, poi con i libri non m’interessa andarci d’accordo, anzi: meno ci vado d’accordo più gli vado dietro. È di ieri sera la mia lettura della «Claudine a scuola» di Colette, e è da come anche questa opera dialoghi invisibilmente con quelle di Aldo Busi che mi si conferma l’evidenza del restare all’interno della storia in evoluzione del romanzo europeo e occidentale. Poi di bello c’è che ognuno è critico a modo suo: personalmente penso che un approccio critico verso «Vacche amiche» e «L’altra mammella delle vacche amiche
E’ un piacere ritrovare i suoi giri dell’oca Sig. Coda, anche lei come me orfanello di Altriabusi. Tengo a scusarmi per le parole usate nella recensione, sono fumantina e impulsiva, ma ne ribadisco il senso e non è, come pensa lei, una questione economica. Soldi ne abbiamo pochini, benedico la Bibioteca Comunale e raramente acquisto libri di altri autori, ma quando esce un nuovo Busi sono sempre contenta, perché certe pagine scritte da lui mi incantano e perché mi trovo quasi sempre d’accordo con il suo pensiero, epperò questo non mi impedisce, quando è il caso, di essere critica nei suoi confronti. Tutto parla…..nessuno ascolta…..parliamo tutti e ognuno con il suo linguaggio, beato e dannato lo scrittore che ci sa capire. Ossequi. mf ps: alzo il voto, personalmente rimane 1, per chi non ha letto «Vacche amiche» è un buon libro