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Avevo letto «La Metà di nulla
Scrittrice consigliatami qualche tempo fa da una mia amica e per tale motivo, in biblioteca, lo sguardo è caduto su «L’amore o quasi» che ho letto con piacere, scorrevolezza e percependo tutte le ansie, le paure, i timori, la rabbia e le speranze di Rose. Lei gestisce la società di catering «Bonnie Bouche» con tre affiatate colleghe, è mamma di tre figli ognuno dei quali con il proprio carattere, con le proprie peculiarità e con la propria rabbia nei confronti del padre che è andato via 8 anni e 3 mesi prima. Ben, il padre e il quasi ex marito d Rose, torna all’improvviso, sconvolge una serenità conquistata dalla sua ex famiglia con forza e dolore. Vuole ricomporre un rapporto con i tre figli che in maniera critica e matura riescono -anche perché ben allevati da Rose- ad andare oltre l’affronto subito. Rose con caparbietà e affiancata dall’avvocatessa Pauline e dal commercialista Sam riuscirà ad affrontare questa nuova rottura del suo equilibrio che, però, le sta già a prendo una nuova strada, quella dell’ AMORE O QUASI …
Dopo aver letto con piacere e coinvolgimento La meta’ di niente, quando sono incappata nel seguito l’ho comprato entusiasta, ma mentre il primo aveva grande respiro e profondita’, L’amore o quasi e’ scontato, amorfo e piuttosto banale. Dialoghi forzati e pieni di luoghi comuni, scene zeppe di stereotipi, sembra una sitcom dozzinale in relazione al film di buona fattura che era il primo volume. Personaggi inesorabilmente piatti, profusione di particolari insipidi, alcune vicende di contorno sembrano messe li’ solo per fare massa (quello che accade al Bonne Bouche non contribuisce minimamente alla sostanza della storia, ma pare un riempitivo casuale), mentre non viene svolta, per esempio, la figura del marito redivivo - questo, secondo me, avrebbe forse dato un po’ di spessore. E’ come se mancasse un ordito su cui ricomporre fatti che restano invece sparpagliati e autoreferenziali. E l’effetto e’ noia. Leggendo, non riuscivo a calarmi nelle scene, ma vedevo solo la scrittrice intenta a rassegnarsi alla stesura del testo tra una tazza di te’ e due passi in giardino. In definitiva mi e’ parso un libro scritto senza passione e solo per esigenze commerciali. O scritto da un’altra persona. L’ho rivenduto.
lento, noioso, stupido. una donna che deve divorziare e allora? un marito avido e allora? figli perfetti naturlmente. amiche super. avvocati che non esistono nemmeno nelle fiabe e commercialisti che invece di fare i conti si innamorano…insomma un tedio infinito!!!!!!!!