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Un titolo perfettamente appropriato per una storia che arriva dritto al cuore. Quello che colpisce non è la trama in sè, che non sarebbe particolarmente avvincente, ma il mondo in cui si viene trasportati dalle «parole» e dalla visione della realtà di Nula: cagnetta dal pedigree blasonato, status symbol della perfetta famiglia «bene» milanese gretta, meschina, ipocrita, schiava del denaro e delle apparenze. Fonte di infinite preoccupazioni è la ribelle figlia adolescente, che vive in simbiosi con la cagnolina, estraniata dal resto della società, che dimostra grande maturità, empatia e consapevolezza di sè. Meravigliosi i temi della ragazza, che trattano di fatti storici realmente accaduti, in cui i veri protagonisti sono i cani. Commovente la storia del cane di Hitler. Come ho letto in un commento precedente, il libro si sofferma poco su alcuni temi scottanti e ne approfondisce altri di minor rilevanza sociale/morale, ma forse l’intento dell’autore era proprio questo: ricordatevi che i fatti quotidiani sono visti e interpretati da un cane, per cui è ovvio che il suo giudizio morale e la sua scala di priorità siano molto diversi da quelli umani.
Lo trovo uno dei libri più noisi e falsamente moralisti che mi siano mai capitati. Il personaggio canino non è credibile manco per sbaglio (sente gli odori, maddai!) è solo un dispensatore di giudizi moraleggianti con delle priorità imbarazzanti, perchè sterilizzare un cane è terribile, è IL MALE. Violentare una sedicenne? Menzione a fine trama, lo strupratore non merita di sapere che l’ha messa incinta, quindi non verrà menzionato nè punito. Sì, esatto! Il pistolotto morale sulla caccia sì, lo stupro non merita nemmeno un capitolo uno decente. La storia? Non esiste. ‘Sto viaggio alla ricerca dei cuccioli di Nula viene ricordato negli spazi morti tra le pagine e pagine e pagine di prediche sulla caccia e sui mattatoi e metteteci voi un luogo comune a caso, è probabile che ci sia. I personaggi secondari? Esistono.
La classe non è acqua e similari non servono a descrivere un autore che non delude mai: Giuseppe Pederiali. Ho finito di leggere L’AMORE SECONDO NULA (in un soffio perché è un libro che non ti fa staccare) e mi ha lasciato la sensazione gradevole di quando faccio un bel sogno. Eppure io non ho un cane e, per quanto mi piacciano, non ne vorrei (più che altro perché abito in un appartamento e temo che la pigrizia di portarlo giù supererebbe l’affetto), ma Pederiali mi farà cambiare idea e alla fine della lettura, come alla sua protagonista, mi ha reso simpatici pure i gatti, che invece non mi… sono graditi. Scritto sempre in quel bell’italiano (e raro) che Giuseppe ci regala generosamente e lo contraddistingue, questo romanzo con levità, grazia e leggerezza (sì, lo so che sono tre sinonimi) tocca argomenti spinosi, profondi e attuali, con un finale positivo, anzi direi giusto, come solo la vita sa scrivere. E i grandi scrittori sanno riportare.