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La parte principale dove avviene l’incontro con i Faitoren è confusa e accade tutto molto velocemente, ma non fermatevi perché il resto del libro non è così, anzi è molto dettagliato e chiaro, solo che questa prima parte dev’essere proprio così per dar l’idea di ciò che sta provando e vivendo Nora. Il popolo Faitoren sembra riprodurre il mondo dei ricchi nel quale, se si entra per la prima volta, si viene abbagliati dal lusso senza riuscire a vedere magari i lati nascosti presenti e rappresenta l’apparenza e la superficialità, mentre il Nord, a mio parere, ritrae il mondo dei lavoratori e della semplicità, dove le cose bisogna sudarsele. Mi sono affezionata a Nora e al mago Aruendiel, paragonabili per il loro rapporto e per i loro personaggi a Elizabeth e Darcy o la Bella e la Bestia, coppie che amo. Aruendiel, un tempo bello e sorridente, sembra ormai il sosia di Severus Piton a causa di un passato doloroso che si porta dietro. Nora invece ricorda Elizabeth, perché è colta, non si lascia sottomettere ed è intraprendente. Ho percepito l’importanza che l’autrice dà alla cultura e alla letteratura, essendoci riferimenti ai libri come ad esempio proprio Orgoglio e Pregiudizio, incantesimi che servono a non copiare i libri e alcuni eventi importanti che avvengono in presenza di quest’ultimi, ma si può cogliere anche dallo studio che sarà necessario a Nora per salvarsi e per affrontare il lungo periodo in quel mondo. Questi momenti di studio mi sono piaciuti particolarmente, perché ho trovato interessante conoscere ed entrare nei dettagli del mondo della magia: la differenza tra stregoneria e magia, il controllo degli elementi naturali… E’ una storia avvincente, divertente, emozionante e avvolta per tutto il tempo anche dal mistero, sia per quanto riguarda il passato del mago sia per ciò che è accaduto a Nora: è morta? com’è arrivata lì? quali funzioni ha l’anello?