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L' anno della morte di Ricardo Reis

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Titolo: <strong>L' anno della morte di Ricardo Reis</strong></br></br>
Autore: <strong>José Saramago</strong></br></br>
Editore: <strong>Feltrinelli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2010</strong></br></br>
EAN: <strong>9788807721700</strong></br></br>

<p>Nel 1936, mentre all'orizzonte si preannuncia la seconda guerra mondiale, scoppia la guerra di Spagna. In quello stesso fatidico 1936 muore Ricardo Reis, solo un anno dopo la scomparsa del suo inventore, Fernando Pessoa. Reis è infatti uno dei tanti eteronimi di Pessoa, che ne aveva immaginato l'ideale biografia (nato a Porto nel 1887, educato dai gesuiti, medico, espatriato per ragioni politiche in Brasile nel 1919) e gli aveva attribuito come poeta classicistiche odi oraziane, ma non gli aveva dato carne e sentimenti. Cosa che invece compie Saramago, che lo fa tornare dal volontario esilio in occasione della morte del suo creatore, gli fa aprire uno studio medico a Lisbona, gli fa vivere una vita sociale, gli fa avere due donne, la cameriera d'albergo Lidia e la giovane Marcenda, e un figlio, e prima di morire lo fa essere testimone di tragici eventi, filtro attraverso cui rileggere la storia della patria salazarista, allineata a fascisti, nazisti e falangisti in tutt'Europa.</p>
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<strong>L'anno della morte di Ricardo Reis</strong>. Siamo a Lisbona tra il 1935 e il 1936, forse <strong>l'anno</strong> più cupo del Portogallo fascista di Salazar: infuria la guerra di Spagna e i <br/>Il celebre poeta portoghese Fernando Pessoa, considerato uno dei più grandi scrittori del secolo scorso, resta ancora oggi una figura affascinante e sconcertante <br/>Nel 1936, mentre all'orizzonte si preannuncia la seconda guerra mondiale, scoppia la guerra di Spagna. In quello stesso fatidico 1936 muore <strong>Ricardo Reis</strong>, solo un <strong>anno</strong> <br/>Il libro. Capodanno del 1935. Da un piroscafo, partito da Rio de Janeiro, sbarca a Lisbona <strong>Ricardo Reis</strong>, medico e poeta, autore di famose Odi oraziane e, soprattutto <br/>Nel 1936, mentre all'orizzonte si preannuncia la seconda guerra mondiale, scoppia la guerra di Spagna. In quello stesso fatidico 1936 muore <strong>Ricardo Reis</strong>, solo un <strong>anno</strong> <br/>Ho iniziato così ad amare la capitale del Portogallo, leggendo questo bellissimo romanzo di Saramago che rimanda, ovvio, a <strong>Ricardo Reis</strong>, uno degli eteronomi di <br/>Qui il mare finisce e la terra comincia. Piove sulla città pallida, le acque del fiume scorrono limacciose di fango, la piena raggiunge gli argini. Una nave scura <br/><strong>L'anno della morte di Ricardo Reis</strong> è un libro che non si può leggere in metropolitana, di corsa, camminando per le strade inseguendo il mito della velocità. È un 
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Ingredienti: una città-specchio di un mondo avviato ad un triste destino, un anno-simbolo carico di eventi e preoccupazioni, un medico-poeta inerte spettatore, incontri a sorpresa col suo alter-ego Pessoa per riflettere su se stessi e sul proprio destino. Consigliato: a chi ama osservare il mondo da passeggero per intuirne la rotta, a chi sa digerire una scrittura sicuramente pesante ma decisamente profonda.

E’ un autore che o si ama o si odia. Conosco molti fan di Saramago ma io ho capito che faccio parte della seconda categoria. Si fa una fatica immane a leggere questo libro. Periodi lunghissimi, virgole in quantità industriale, una trama precisa non c’è. Troppo farraginoso per i miei gusti. Do un voto «neutro» perchè non mi permetto di stroncare un romanzo definito capolavoro da molti lettori. Semplicemente credo di avere gusti diversi.

E’ difficile stilare una classifica della produzione del maestro Saramago, ma ritengo questo romanzo uno dei suo migliori in assoluto. L’incipit è qualcosa di magnifico. Mi sono innamorato di Lisbona leggendo questo libro. Quando ci sono stato, ho ritrovato così familiari le strade e i luoghi in cui hanno vissuto e si sono mossi i personaggi del romanzo. Qui c’è tutto il Saramago più vero e profondo. Il finale, poi, è da brividi sulla pelle.

Struggente parabola antimilitarista. Attraverso il decadimento fisico e morale di Ricardo Reis, uno degli «eponimi» di Fernando Pessoa, con la solita maestria creativa Josè Saramago ci fa rivivere la spirale discendente di un’Europa che nell’anno 1936 si avvia verso la follia della guerra. Malinconico fino al parossismo, quasi straziante nella ricostruzione di un uomo e, attraverso di esso, di un momento storico che contiene già in se i semi del male che di lì a poco si sarebbe impadronito dell’Europa e del mondo intero. Lo stile di Saramago, questa sorta di ammaliante concinnitas in salsa portoghese, così atipica nel suo totale dispregio delle regole basilari della punteggiatura, con quella prosa fluente e così piena e compatta, avvolge il lettore e lo spinge a restare attaccato al libro, ad accompagnare la lenta e inesorabile discesa negli inferi di uno dei personaggi più inquietanti nati dalla geniale penna di Saramago. Indimenticabile!

Lisbona, 1935. Muore Fernando Pessoa. Ricardo Reis, poeta ellenista e monarchico emigrato in Brasile, nonchè uno degli eteronimi di Pessoa, ritorna in Portogallo per rendere omaggio alla tomba del suo creatore. E’ questa l’idea che fà da motore al romanzo di Saramago. Reis trascorrerà il suo ultimo anno di vita aggirandosi per Lisbona come uno spettro, sconfitto. L’antica musa Lidia ha il corpo di una cameriera d’albergo, con la quale instaura una triste relazione priva di amore. Marcenda, giovane donna di Coimbra di cui è invece innamorato, lo respinge. Al protagonista non resta che osservare dalla sua grigia stanza lo spettacolo di un mondo che va incontro alla dittatura.