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L’arte ingannevole del gufo tratta una storia particolare. Quella di Viola, quattordicenne affetta da una rara malattia genetica, costretta a vivere di notte e dormire di giorno. I raggi del sole hanno il potere di bruciarle la pelle e, insieme a questa, la vita. Viola non ha amici, vive in un ranch con i suoi genitori e una notte, durante una delle sue uscite nel bosco intorno casa, assiste a un omicidio. Mi ha fatto tenerezza Viola, un’adolescente costretta a crescere troppo in fretta, consapevole che non potrà mai vivere un’esistenza come quella degli altri coetanei. Mi è piaciuto, anche se devo ancora capire quale sia questa fantomatica arte ingannevole del gufo. Il titolo originale, Night Vision, sarebbe stato molto più appropriato.
L’arte ingannevole del gufo è un romanzo particolarissimo. E’ originale sin dai presupposti e dalla rara malattia che affligge la protagonista costringendola a vivere di notte e dormire di giorno. L’intera narrazione risulta così «capovolta» sul piano temporale. Non solo: è insolito leggere uno young adult il cui personaggio principale, pur avendo soltanto quattordici anni, sappia già per certo di non avere molto tempo da vivere. E benché nel finale del romanzo la storia prenda una piega ottimistica e Viola riesca a emanciparsi dalla sua stessa malattia, resta comunque un amaro retrogusto che rende agrodolce l’intera lettura. E’ un libro insolito anche nel genere: si tratta di un racconto in bilico tra young adult e giallo, eppure non potrei definirlo né totalmente afferente a una categoria né all’altra. Non è del tutto per ragazzi perché affronta tematiche spinose come la malattia, il dolore, il sacrificio per la propria famiglia, la morte. Non è totalmente un giallo perché il caso, a mio parere, si risolve fin troppo facilmente e svanisce nel nulla come una bolla di sapone. E’ proprio quest’ultimo aspetto a lasciarmi perplessa e a non permettermi di dare il massimo dei voti al romanzo. In compenso, ho apprezzato la sensibilità e la bravura con le quali l’autrice ha saputo dar voce a un personaggio difficile come Viola. E’ un libro che merita d’esser letto perché è davvero originale sotto ogni punto di vista. Forse non è perfetto, ma costituisce comunque una lettura piacevole per ragazzi e per adulti. Consigliato!
Carinissima storia, che tratta di una vera patologia, forse misconosciuta ai più. Belissimo intreccio creato da un mix di romanzo e giallo, veramente scritto bene, scorrevole, vi colpirà piacevolmente. La 17enne Viola, affetta da una disfunzione genetica che le impedisce di stare al sole, vive di notte e di notte studia, esce, naviga in internet, fa video-lezioni scolastiche, suona la viola (strumento da cui la madre ha preso il nome da darle). Quando una notte vede un tizio sospetto dare fuoco a un’auto con un uomo dentro e sotterrare un sacco altrettanto sospetto, si improvvisa «investigatrice
Per colpa di una rara disfunzione genetica che le impedisce di stare alla luce del sole, Viola, 14 anni, può uscire di casa solo di notte. Il fatto che il romanzo sia per forza di cose ambientato di notte me l’ha reso ancora più affascinante…anche se il motivo per cui la protagonista è costretta a vivere la sua vita soltanto di notte non è sicuramente un motivo allegro. Proprio Viola ci racconta le sue abitudini, la vita nella fattoria e quella notturna nel bosco, il suo rapporto con la musica, le sue scoperte e le sue indagini. Vengono descritti molti particolari e dettagli, soprattutto per quanto riguarda la fattoria e la musica. Sono cose che apparentemente non servono alla vicenda, ma aggiungono quel tocco in più per poter capire Viola, per affezionarsi a lei ed appassionarsi alla sua storia. Ho apprezzato vari lati del carattere della protagonista, come il fatto che cerchi di essere logica, anche riguardo alla sua malattia, che non si spaventi e non si faccia prendere dal panico nelle situazioni che le si presentano, è molto razionale ed indipendente. Potendo uscire solo di notte ci sono ovviamente moltissime cose «normali» che non può fare, ma mi è piaciuto tantissimo il fatto che consideri più importanti tutte quelle che invece può fare, vedere e sperimentare, che gli altri, vivendo vite «nella norma