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L' arte ingannevole del gufo

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Titolo: <strong>L' arte ingannevole del gufo</strong></br></br>
Autore: <strong>Ella West</strong></br></br>
Editore: <strong>Giunti Editore</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2014</strong></br></br>
EAN: <strong>9788809787896</strong></br></br>

<p>Tutte le sere, dopo il tramonto, Viola si addentra nel bosco dietro casa. La grave malattia di cui soffre le impedisce di esporsi anche al minimo raggio di sole. Così, quando i suoi compagni sono impegnati con la scuola, lei dorme o sta in casa a suonare, e quando loro vanno a dormire, lei passeggia libera tra gli alberi del suo bosco, in compagnia del buio e di tutti gli animali che lo popolano. Una sera, però, sul sentiero sterrato da cui non passa anima viva, scorge un'auto: un ragazzo tira fuori un corpo pesante dal bagagliaio e lo trascina sul sedile di guida, prima di dare fuoco alla macchina. Poi seppellisce qualcosa nel terreno vicino. Sei alberi dal ciglio della strada: per Viola è facilissimo ritrovare il punto in cui quel tizio ha scavato la buca... e dare inizio alla sua personale, pericolosa indagine. Che cosa ci fanno tanti soldi sepolti nel bosco? E quel ragazzo è forse un assassino? Tornerà a cercarla? Una voce incantevole e ingenua rapisce il lettore in una storia che lascia col fiato sospeso.</p>
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I SIMBOLI SABIANI DEI GRADI DELLO ZODIACO di Mark Edmund Jones, interpretati da Dane Rudhyar. Mark Edmund Jones. Mark Edmund Jones ottenne questa serie di <br/>I) Premessa Proporre (o riproporre) un classico alla lettura dei più giovani, o alla rilettura di chi ne abbia già gustato le pagine, non è mai un'operazione neutrale.<br/>12/10/2015 · "Un saluto agli amici del Blog di Beppe Grillo! I risparmi gestiti con i fondi comuni hanno un grande successo e questo è un dato innegabile. Io contesto <br/>1) Maori, Polinesia, Isole Marchesi • Squalo: adattabilità, resistenza • Squalo martello: forza, potenza <br/>DINASTIA MITOLOGICA GRECA. COSMOGONIA. La contemplazione dei cieli è stata e rimane una delle più lunghe e affascinanti avventure della mente umana.<br/>Sollievo tra le persone più sensibili. Almeno a Tel Aviv, i botti di Capodanno hanno risparmiato cani, gatti e coniglietti., Il Foglio 2/1/2016 (Andrea Marcenaro, Il <br/>La collina Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley, il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, l'ubriacone, l'attaccabrighe? Tutti, tutti, dormono 
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Nel complesso questo romanzo non è male. Trovo che l’idea sia molto buona e l’argomento trattato ha indubbiamente un certo peso nel corso del racconto. È molto corto, per i miei standard (abituata a leggere libri con più di 300 pagine) e quindi sono convinta che l’autrice avrebbe potuto sviluppare meglio la narrazione. Se avesse voluto, di spazio ne avrebbe avuto per aggiungere qualche pagina! Il finale è un po’ affrettato, anche quello poteva essere curato con più attenzione. Una cosa che proprio non mi è paciuta del libro è il titolo. Non capisco che nesso ci possa essere tra la storia e «l’arte ingannevole del gufo». Il titolo originale (Night Vision) era decisamente più azzeccato. Se mi chiedessero di consigliarlo comunque risponderei di sì. Non è un capolavoro ma il tempo impiegato a leggerlo non è buttato o sprecato.

L’arte ingannevole del gufo tratta una storia particolare. Quella di Viola, quattordicenne affetta da una rara malattia genetica, costretta a vivere di notte e dormire di giorno. I raggi del sole hanno il potere di bruciarle la pelle e, insieme a questa, la vita. Viola non ha amici, vive in un ranch con i suoi genitori e una notte, durante una delle sue uscite nel bosco intorno casa, assiste a un omicidio. Mi ha fatto tenerezza Viola, un’adolescente costretta a crescere troppo in fretta, consapevole che non potrà mai vivere un’esistenza come quella degli altri coetanei. Mi è piaciuto, anche se devo ancora capire quale sia questa fantomatica arte ingannevole del gufo. Il titolo originale, Night Vision, sarebbe stato molto più appropriato.

L’arte ingannevole del gufo è un romanzo particolarissimo. E’ originale sin dai presupposti e dalla rara malattia che affligge la protagonista costringendola a vivere di notte e dormire di giorno. L’intera narrazione risulta così «capovolta» sul piano temporale. Non solo: è insolito leggere uno young adult il cui personaggio principale, pur avendo soltanto quattordici anni, sappia già per certo di non avere molto tempo da vivere. E benché nel finale del romanzo la storia prenda una piega ottimistica e Viola riesca a emanciparsi dalla sua stessa malattia, resta comunque un amaro retrogusto che rende agrodolce l’intera lettura. E’ un libro insolito anche nel genere: si tratta di un racconto in bilico tra young adult e giallo, eppure non potrei definirlo né totalmente afferente a una categoria né all’altra. Non è del tutto per ragazzi perché affronta tematiche spinose come la malattia, il dolore, il sacrificio per la propria famiglia, la morte. Non è totalmente un giallo perché il caso, a mio parere, si risolve fin troppo facilmente e svanisce nel nulla come una bolla di sapone. E’ proprio quest’ultimo aspetto a lasciarmi perplessa e a non permettermi di dare il massimo dei voti al romanzo. In compenso, ho apprezzato la sensibilità e la bravura con le quali l’autrice ha saputo dar voce a un personaggio difficile come Viola. E’ un libro che merita d’esser letto perché è davvero originale sotto ogni punto di vista. Forse non è perfetto, ma costituisce comunque una lettura piacevole per ragazzi e per adulti. Consigliato!

Carinissima storia, che tratta di una vera patologia, forse misconosciuta ai più. Belissimo intreccio creato da un mix di romanzo e giallo, veramente scritto bene, scorrevole, vi colpirà piacevolmente. La 17enne Viola, affetta da una disfunzione genetica che le impedisce di stare al sole, vive di notte e di notte studia, esce, naviga in internet, fa video-lezioni scolastiche, suona la viola (strumento da cui la madre ha preso il nome da darle). Quando una notte vede un tizio sospetto dare fuoco a un’auto con un uomo dentro e sotterrare un sacco altrettanto sospetto, si improvvisa «investigatrice

Per colpa di una rara disfunzione genetica che le impedisce di stare alla luce del sole, Viola, 14 anni, può uscire di casa solo di notte. Il fatto che il romanzo sia per forza di cose ambientato di notte me l’ha reso ancora più affascinante…anche se il motivo per cui la protagonista è costretta a vivere la sua vita soltanto di notte non è sicuramente un motivo allegro. Proprio Viola ci racconta le sue abitudini, la vita nella fattoria e quella notturna nel bosco, il suo rapporto con la musica, le sue scoperte e le sue indagini. Vengono descritti molti particolari e dettagli, soprattutto per quanto riguarda la fattoria e la musica. Sono cose che apparentemente non servono alla vicenda, ma aggiungono quel tocco in più per poter capire Viola, per affezionarsi a lei ed appassionarsi alla sua storia. Ho apprezzato vari lati del carattere della protagonista, come il fatto che cerchi di essere logica, anche riguardo alla sua malattia, che non si spaventi e non si faccia prendere dal panico nelle situazioni che le si presentano, è molto razionale ed indipendente. Potendo uscire solo di notte ci sono ovviamente moltissime cose «normali» che non può fare, ma mi è piaciuto tantissimo il fatto che consideri più importanti tutte quelle che invece può fare, vedere e sperimentare, che gli altri, vivendo vite «nella norma