L' imperatore guerriero. Il romanzo di Diocleziano il persecutore Scarica PDF EPUB

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L' imperatore guerriero. Il romanzo di Diocleziano il persecutore

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Titolo: <strong>L' imperatore guerriero. Il romanzo di Diocleziano il persecutore</strong></br></br>
Autore: <strong>Giulio Castelli</strong></br></br>
Editore: <strong>Newton Compton</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2015</strong></br></br>
EAN: <strong>9788854181205</strong></br></br>

<p>Chi era Diocle di Salona, l'uomo passato alla storia con il nome di Diocleziano? In questo libro - una sorta di romanzo autobiografico - si immagina che sia lo stesso imperatore romano a raccontare la sua appassionante vicenda. Dalle sue origini all'ascesa al trono, fino agli ultimi anni, pieni di amarezze e delusioni, che lo porteranno a una decisione estrema, un'eccezione nella tradizione romana: preferirà abdicare, ritirandosi a vita privata, ma aprendo così alle terribili faide che poi porteranno al potere l'ambizioso Costantino. Diocleziano, però, viene ricordato anche per le drammatiche persecuzioni dei cristiani avvenute sotto il suo dominio. Eppure l'imperatore - razionale e "illuminato", ma circondato da personaggi discutibili e inclini alla violenza - tenterà di fermare il bagno di sangue per le strade di Roma. Solo con l'arrivo di Costantino, poi, l'impero diverrà ufficialmente cristiano, tuttavia non sarà più il principato di un primo tra i pari: sarà la monarchia assoluta di un sovrano autoritario.</p>
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<strong>Di Diocleziano</strong> non si conosce con certezza né il luogo, né la data di nascita. Certamente dalmata, si sarebbe chiamato Diocle dal nome della madre o della <br/>Flavio Claudio Giuliano (in latino: Flavius Claudius Iulianus  Costantinopoli, 6 novembre 331 – Maranga, 26 giugno 363) è stato un <strong>imperatore</strong> e filosofo romano, l <br/>QUANDO SIETE NATI CHE GIORNO ERA? VEDI QUI IL CALENDARIO PERPETUO > > E QUAL'E' IL SIGNIFICATO DEL VOSTRO NOME ? Cosa dice l'etimologia, cosa dice 
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Non male ma inferiore alla precedente trilogia dell’impero romano. Trattando di un personaggio che riformò sistematicamente e in profondità l’impero e la società romane nell’arco di un ventennio, sarebbe stata opportuna una maggiore attenzione alle motivazioni politiche, economiche e militari della sua opera. Invece Castelli affronta le scelte politiche di Diocleziano quasi solo a partire dalla sua (supposta) interiorità umana. E questo è il punto più discutibile dell’opera, perché l’augusto viene trasfigurato (com’è abitudine dell’autore) in un eroe politically correct tutto percorso di dolenti problematiche interiori, consacratosi al bene comune, alla tolleranza religiosa e al rispetto verso la vita umana. Una specie di Faust kantiano che definisce «atroce follia» le guerre di religione! Così si sovrappone pesantemente il retroterra culturale del XX secolo alla materia storica. La dura politica di assolutizzazione, centralizzazione e divinizzazione del potere portata avanti da Domiziano, la sua moltiplicazione della burocrazia e la trasformazione degli impieghi in ereditari, viene riletta come uno sforzo benevolente ma un po’ esagerato di garantire pace e serenità. Questo grande soldato, nonché accorto politico, diventa una specie di trepidante anima pia a cui capitò di calcare un po’ troppo la mano. Il risultato è tanto coinvolgente dal punto di vista letterario quanto discutibile sotto il profilo storico. In questo senso ricorda le Mémoires d’Hadrien della Yourcenar, scritte su una falsariga analoga. Colla differenza che questo approccio risulta particolarmente problematico in rapporto a una figura rocciosa come Diocleziano. Da leggere cum grano salis.

Romanzo storico coinvolgente,potente e attuale, a tratti commovente. Vivamente consigliato: la storia raramente si ripete ma ci aiuta a comprendere il presente.

Se Margherite Yourcenar ha scritto le Memorie di Adriano in prima persona, ora abbiamo Giulio Castelli che scrive in prima persona quelle di Diocleziano. E non è a caso che cito questo dettaglio, perché Castelli racconta il personaggio da dentro, e mentre Adriano era un uomo sensibile e dedito all’arte, Diocleziano era un guerriero. La sua vicenda mostra come si può arrivare alla pacificazione attraverso la guerra. Diocleziano mette in ordine tutti i confini dell’impero e regala a Roma un ventennio di pace, che non si verificherà più nei secoli, pochi, a venire. Castelli dedica una parte importante della storia alle riforme, e alle difficoltà che Diocleziano incontra nel vararle, attraverso le resistenze di una burocrazia grassa, viziata e contraria ad ogni cambiamento. Penso a quella di oggi in Italia, che non fa i regolamenti applicativi delle riforme legislative! Nei suoi bellissimi romanzi, Castelli immette frequenti riferimenti all’epoca attuale. Molto interessante la riforma economica, dove il controllo dei prezzi fallisce per una prima volta nella storia. È splendido anche il suicidio, di valore profondamente filosofico, come quello di Socrate. Bellissimo romanzo. Consigliato!