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Già un romanzo con un refuso nell’incipit non si presenta proprio nel migliore dei modi, se poi uno dei migliori scrittori italiani si ripropone ai lettori con una storiella d’amore superficiale e posticcia di due personaggi poco credibili e senza sfaccettature, viene da pensare che sia iniziata la parabola discendente della perdita di creatività. Il peggiore romanzo di De Carlo.
da grande appassionato dei romanzi di Andrea De Carlo appena ho visto l’uscita del nuovo libro mi sono affrettato..«Due di due» «Villa Mataphora» «Cuore Primitivo»…mi hanno fatto vivere ottimi viaggi trovando nelle loro pagine sensazioni già vissute che non avrei saputo sino a quel momento esprimere così bene in questo libro , che ho comunque letto velocemente e con facilità , i temi li ho trovati più abbozzati e molte pagine troppo politically correct nel senso di rincorrere un pedante rimprovero alle abitudini ed agli eccessi dei vincitori benestanti (Wally appare una macchietta da cinepanettone) ovviamente la mano dello scrittore non puo’ passare dall’ottimo all’inesistente per cui sono arrivato anche piacevolemte alla conclusione che peraltro mi è sembrata un deja vu di un’altra opera recente di De Carlo prenderò anche il prossimo ma…
Questo libro è una grandissima ***ata! Benché questa frase riassuma ottimamente il mio giudizio complessivo ci tengo a fare alcune precisazioni per rendere meno sbrigativa la faccenda. Vogliamo ad esempio parlare delle numerosissime «coincidenze» che fanno incontrare e rincontrare più volte i due protagonisti? Diciamo che De Carlo difetta se non altro di immaginazione. E di frasi tipo «scese a bersi una tazza di thé al gelsomino e zenzero» cosa vogliamo dire? Sembra abbia copiato il post di un blog vegano. Tra mille sbadigli comunque una arriva in fondo… e cosa si becca? Un «gran» finale! Me lo vedo l’editor di De Carlo: «Andrea, dacci un taglio che libri con più di 300 pagine non si vendono bene!». E fu così che il libro ad un certo punto si interruppe.
Noiosissimo Sconsigliato