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Se avete mai avuto brutte esperienze di convivenza questo è il libro per voi. Nella prima parte, purtroppo realistica, è così coinvolgente da far innervosire poi prende una piega inaspettata e coglie il lettore di sorpresa. Scorrevole e veramente ben scritto. Consigliato!
Molto carino: l’autore ha una scrittura semplice e simpatica. La storia poi è avvincente senza risultare claustrofobica. Le due figure principali, Carlo il proprietario di casa e Fred l’inquilino, sono ben modellate e interagiscono divertendo il lettore. Non da ultimo, un imprevedibile colpo di scena. Consigliato.
Questo è il terzo libro di Vichi che leggo, dopo»Il brigante» e «Nero di luna». Ottimo libro, niente da dire. L’autore - come si ricava dalle note di copertina- era qui al suo esordio, ma riesce con una consumata abilità a costruire un romanzo intrigante, serrato nel ritmo, avvincente. Sicuramente rispetto agli altri libri che ho letto, più recenti, si notano piccoli squilibri nella scrittura,che evidentemente l’ormai esperto Vichi ha limato negli anni.Ma sono dettagli in un quadro d’insieme ottimo: il protagonista , più che»l’inquilino» del titolo, è il personaggio narrante, colui che affitta una stanza del proprio appartamento per necessità di denaro. E fa quasi rabbia quel suo cedere alle angherie ed alle maleducate abitudini dell’inquilino, macerandosi dal nervoso ma non riuscendo a mettere alla porta il fastidioso ospite.Il finale poi è un colpo di genio che ribalta totalmente le cose per come le vedevamo nel resto del libro.Da leggere.
Ho scoperto Vichi leggendo i libri dedicati al commissario Bordelli… da quel momento ho comprato tutti i suoi libri e questo è il primo che leggo « fuori serie » . L’ho trovato spassoso, triste, fantasioso, ben scritto e mai noioso… se anche gli altri fossero così tanto di cappello al signor Scrittore Marco Vichi… a chi non lo conoscesse lo consiglio di cuore..