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In passato ho sempre apprezzato i romanzi di Ken Follett per la sua capacità di romanzare una ricostruzione storica che avevo assunto come attendibile. Con «L’inverno del mondo» oltre ad una parte romanzata insipida, l’aspetto che giudico grave perchè irrispettoso nei confronti del lettore è l’insieme di grossolani errori storici non casuali perchè volti a condizionare chi vorrebbe godersi la lettura.
troppi personaggi, molto melenso, facilmente si perde il filo. non si riconosce piu’ il buon vecchio Ken
Premetto che ho letto tutti e tre i libri in fila. Ho scelto di aspettare l’uscita di tutti i libri per gustarmi la storia in maniera continuativa e senza interruzioni memore delle esperienze pregresse in cui non ho assaporato fino in fondo libri della stessa saga usciti a distanza di anni. Detto questo il mio voto è unico nel complesso dell’opera di Follett che trovo narrativa di forte intrattenimento per il lettore che abbina un autore non di molto lontano ai suoi lavori più belli come la Cruna dell’ago ed I pilastri della terra. La ricetta è quella solita che Follett sa esporre in maniera magistrale con una lettura veloce e mai noiosa seppur di quasi 3300 pagine. La storia del 900 è ben descritta e fa da cornice, più che in altre opere di questo autore, alle vicissitudini di molte famiglie disegnate con maestria e che intrecciano emozioni e sentimenti che fanno sentire vivo l’animo del lettore. Non manca il sesso che ovviamente accompagna l’autore in quasi tutte le sue opere, ma devo dire che non è mai esagerato. Voto massimo a questa monumentale opera di Follett che sa attirare il lettore pagina dopo pagina nella storia desiderando conoscere le sorti dei personaggi.
Il mio voto sarebbe un 4.5, anche questo libro è scritto in modo magistrale solo come questo autore è in grado di fare. Mi piace come Follett riesce a far amare e a far immedesimare i lettori nei sui personaggi inoltre essi sono collegati tra di loro e non vi è nessun legame troppo forzato, ma il libro, se vogliamo essere puntigliosi, presenta innumerevoli coincidenze e forse è per questo che non gli ho assegnato un 5. Ho apprezzato che in questo libro ha menzionato agli stupri di massa compiuti dall’Armata Rossa nella sua marcia verso Berlino, un capitolo che non viene mai accennato quando si parla della Seconda Guerra Mondiale.