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Ammiro Cardini come storico di assoluto livello e per la sua straordinaria erudizione. In questa raccolta di articoli a carattere geopolitico posso anche concordare con alcune sue affermazioni (basate su presupposti tutt’altro che fragili se si conosce la storia) ma sull’islamismo (cosa diversa dall’Islam!) sono molto piu’ daccordo con gli algerini Hamid Zanaz e Boualem Sansal (cercatevi i loro scritti).
Dietro lo scontro di civiltà si nascondono interessi precisi e l’autore ci racconta le varie fasi dell’attacco musulmano all’ Occidente con una personale chiave interpretativa, meravigliandosi e disperandosi per l’incredibile labilità della nostra memoria.
Il libro è interessante, si legge bene così come si ascolta bene la sciolta parlantina toscana del professore. Peccato però che si regga su due argomenti palesemente fragili: 1). I fondamentalisti islamici sono stati usati e aiutati dagli USA in Afganistan in funzione antisovietica. 2). Gli USA sono alleati dei paesi del Golfo che sostengono i fondamentalisti islamici. Per quanto riguarda il 1° argomento, sarebbe come se rimproverassimo gli USA di essersi serviti di Stalin e di averlo aiutato per combattere Hitler. È evidente che ci si allea con il nemico che in quel dato momento storico risulta essere quello meno pericoloso per sconfiggere quello più pericoloso. Quanto al 2° argomento, il professore sembra dimenticare che gli stati costruiscono i loro rapporti internazionali sulla base di quello che potremmo chiamare il SALDO finale calcolato prendendo in considerazione sia gli aspetti convenienti sia quelli sconvenienti. Il professore, del resto, in questo libro ribadisce una tesi che aveva già sostenuto in altre sue opere come per esempio «Europa e Islam. Storia di un malinteso». Non sono uno storico, ma definire «malinteso» una storia plurisecolare fatta di scontri sanguinosi mi sembra quantomeno improprio.