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Primo libro che leggo di questo autore a me sconosciuto…che dire…un inizio molto accattivante…con scene al quanto crude (per i miei gusti)..e poi la storia si inabissa…diventa contorta ..con troppi personaggi..troppi luoghi..e un finale che…lascia perplessi…
Anche in questo libro Grangè non si smentisce, è uno dei migliori scrittori del genere. Romanzo avvincente, adrenalinico. La spasmodica ricerca dell’assassino sulla pista sudamericana lo rende esotico, carico di tensione. Non mi ha sorpreso il colpo di scena finale, da questo autore c’è da aspettarselo. L’unica debolezza è la fuga finale dalla foresta, piuttosto forzata, considerando le condizioni di estremo svantaggio della protagonista. É il motivo per il quale non mi sento di assegnare il massimo dei voti, per il resto resta un ottimo lavoro.
Nonostante io ami questo autore il libro non mi è piaciuto, la prima parte è intrigante e accattivante ma quando la protagonista parte per il sudamerica è come se fosse un libro diverso che poco ha a che fare con la prima parte, il legame tra la parte francese e la parte sudamericana è davvero labile..Inoltre c’è davvero troppo nella seconda parte del libro, troppi luoghi troppi personaggi, troppe nozioni storico/politico/sociali dei luoghi visitati ma poca azione, il finale poi meglio no comment, oltre che di per se molto brutto è troppo veloce e inconcludente tanto che girando l’ultima pagina mi sono detta «ah, è finito?»
Comincerei facendo una premessa, l’autore è uno dei miei preferiti praticamente ho letto tutti i suoi scritti, tra l’altro fremevo dalla voglia d’iniziare questo sin dall’inizio ho trovato delle difficoltà nel seguire la trama, l’ho trovata pesante,ripetitiva e priva di quella calamita che di solito delinea i racconti di Grangè.Capitoli a mio modestissimo parere privi di mordente ed un pochino flosci. In alcuni tratti il racconto è anche piacevole,però sono stato abituato a ben altro dallo scrittore,un libro tra i meno interessanti della serie.