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il libro merita di essere letto anche per una sola ragione:quella di mostrare come un «paradigma» scientifico fondato sulla fede e non sulla ragione faccia fatica a cadere.
Il libro è piuttosto interessante e la lettura scorrevole. C’è qualche imprecisione «tecnica» non so se dovuta alla traduzione o all’originale ma si tratta comunque di cose marginali. In generale un discreto libro, fruibile anche da chi non è geologo. Un paio di difetti: le digressioni storiche sono un po’ troppo ampie e dispersive anche se un inquadramento del contesto storico e sociale del tempo di Hutton è senz’altro utile il prezzo mi sembra un po’ troppo alto per un libro di circa 200 pagine.
“L’uomo che scoprì il tempo” è un libro che non richiede una particolare preparazione e predisposizione scientifica, bensì attrae qualsiasi “esemplare” di lettore, grazie ad una storia cominciata nella seconda metà del settecento, tanto affascinante quanto sconosciuta per chi non conosce approfonditamente la Rivoluzione Scientifica. Il protagonista, James Hutton, naturalista scozzese di Edimburgo, attraverso approfonditi studi dei minerali e della loro topografia diviene il responsabile di una rivoluzione temporale che non solo creerà le basi della geologia moderna divenendone di conseguenza il “padre”, ma andrà a smentire definitivamente ciò che gli studi dei testi biblici da sempre avevano affermato riguardo la giovane età del pianeta. Hutton infatti attribuisce alla terra il peso di un passato vertiginoso, divenendo la sua una scoperta a carattere blasfemo per i canoni dell’epoca, non abituati al pensiero di una collocazione di tipo laico dell’uomo nell’universo. La rivoluzione Huttoniana presenta dunque come primo attore il tempo, considerato dal geologo scozzese come il motore di tutte le metamorfosi subite dalla Terra nel corso dei secoli, ponendo fine così alle teorie di carattere catastrofico legate alle Sacre Scritture. Sebbene ricostruita in maniera chiara e particolareggiata, la biografia di James Hutton è continuamente interrotta da capitoli di approfondimento riguardanti sia gli avvenimenti storici, che si intrecciano ai fatti, sia la storia dell’evoluzione della scienza e i risultati ottenuti dalla comunità scientifica contemporanea e non ad Hutton. Questo continuo salto da una tematica all’altra e l’eccessiva presenza di riferimenti storici estranei a quello che è il tema principale,la geologia, rendono a tratti dispersivo il romanzo e non permettono al lettore di comprendere facilmente il succedersi degli avvenimenti legati al protagonista. In questo modo il libro di Repcheck risulta più che