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Capolavoro del noir
SCUSATE! IL MIO PRIMO COMMENTO SI RIFERIVA EVIDENTEMENTE AD ALTRO LIBRO! QUANDO SI È DISTRATTI…Per chi ha letto, come me, tutti i romanzi di Mankell è naturale e umano fare un paragone tra questi due grandi giallisti svedesi proprio per il fatto che la Svezia, almeno per quanto mi è dato di sapere, ha pochi scrittori conosciuti al vasto pubblico internazionale. Al termine della lettura del mio primo romanzo di Nesser questa è stata la forte tentazione ma poi mi sono detto che è sbagliato: ogni Autore “inventa” un personaggio è sarebbe arduo e velleitario mettere a confronto Wallander con Van Veeteren perché i due commissari sono diversi ognuno con una propria spiccata personalità i quali giungono alla risoluzione del caso con metodi differenti: Wallander con più umanità Van Veeteren con più cinismo, Wallander con un “team” nel quale vi sono malcelate piccole lotte interne, Van Veeteren può invece contare su colleghi indubbiamente più collaborativi. Ma non vado più oltre altrimenti contraddirei quanto all’inizio sostenuto. Ottimo questo romanzo, un uomo che scontata la sua seconda pena per omicidio viene, al primo giorno di libertà, barbaramente ucciso. Il ritrovamento del corpo, avvenuto un puro caso, darà avvio alle indagini e mi piace il fatto che Veeteren non risparmia se stesso, i suoi uomini e tutti i mezzi finanziari possibili pur di giungere alla scoperta dell’assassino Un’indagine doppia: quella sui fatti di sangue per i quali l’assassinato finì in carcere e l’altra appunto sull’omicidio di quest’ultimo. Peccato, almeno a giudicare dal raffronto del numero del recensione apparse su questo sito, che Nesser non goda della popolarità che gode Mankel. Un vero peccato perché è un validissimo Autore.
Pietà per gli insonni Voto: 4 / 5 03.09.06 Letto dopo il deludente “La luna fredda”, con il quale JD dimostra di non avere chiara la nozione del tempo (vedere se ne avete voglia il mio commento), quest’opera, scritta anni fa, dimostra che l’Autore ha le capacità di scrivere ottimi thriller senza ricorrere a quelle assurde e impossibili avventure che si susseguono in sole 24 ore e che impone alla povera Amelia neanche se fosse la sorellina di “Supergirl”! Ed è proprio questo che mi da fastidio: perché condensare in pochissimo tempo tutto quanto descritto nel romanzo (è ho dimostrato l’impossibilità materiale che ciò possa accadere) quando spalmare ciò in un periodo più lungo nulla toglierebbe alla capacità di tenere incollato il lettore al romanzo? Credo che ormai la coppia Amelia-Lincoln non darà più di quel tanto, l’ispirazione dell’Autore à alla frutta. Ma tornando all’inizio del mio discorso “Pietà per gli insonni” avvalla il mio ragionamento: un buon thriller, con tempi ragionevoli e plausibili, colpi di scena ben dosati (a volte quanto son troppi si scade nel ridicolo) personaggi credibili, scrittura scorrevole, tensione costante, rapporti interpersonali tra i personaggi ben studiati. Insomma un classico, che anche se non raggiunge il massimo della valutazione, merita di essere letto.
INIZIA, E PROSEGUE FINO A TRE QUARTI DEL LIBRO, ALLA GRANDE POI IL LETTORE SI PERDE E L’AUTORE VA AVANTI DA SOLO FACENDO INTUIRE AL COMMISSARIO SEGNI DI COLPEVOLEZZA IMPOSSIBILI DA PERCEPIRE ANCHE PER IL PIU’ ATTENTO DEI LETTORI. LA LETTURA E’ PIACEVOLE E SCORREVOLE. DI SICURO NESSUNO SI PENTIRA’ DI AVERLO LETTO. AVREI PIACERE DI SAPERE SE ALTRI LA PENSANO COME ME O SE E’ UNA MIA IMPRESSIONE.