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La casa buia

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Titolo: <strong>La casa buia</strong></br></br>
Autore: <strong>Dennis Lehane</strong></br></br>
Editore: <strong>Piemme</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2008</strong></br></br>
EAN: <strong>9788838488597</strong></br></br>

<p>A Boston, ormai, tutti sanno chi è Amanda McCready, 4 anni, rapita dalla sua camera una sera d'autunno. Quando, dietro richiesta degli zii, Pat Kenzie e Angie Gennaro iniziano a indagare, scoprono che la madre di Amanda, tossicodipendente e corriere della droga a tempo perso, è implicata in un giro alquanto pericoloso. E che per alcuni dei suoi amici, la vita di un bambino vale meno di una lattina di birra. Mentre Amanda rischia di essere risucchiata in un nulla senza ritorno, i due investigatori si trovano invischiati nel marcio di un'indagine dai contorni incerti che li costringerà ad affrontare il loro lato più oscuro.</p>
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L’ho trovato a tratti pesante e troppo poliziesco per i miei gusti, molto più poliziesco che non thriller. Troppi personaggi maggiori e minori entrano a far parte della trama, una profluvio di nomi che alla fine si confondono e si sovrappongono uno con l’altro. Non posso nemmeno affermare però di averlo trovato brutto, nonostante la mole non indifferente l’ho terminato in poco tempo e devo riconoscere come il finale mi abbia toccato, interrogato, provocato, commosso e fatto riflettere. Potrei quasi dire che la profondità del finale vale tutto il libro. Fa capire come «legge» e «giustizia» NON siano affatto sinonimi. Ciò che si fa, o che si deve fare, al fine di seguire la legge non sempre è la cosa migliore. In qualche caso è addirittura la peggiore.

Complimenti a Lehane. Davvero un ottimo thriller. Molti colpi di scena. Duro come è giusto che sia un romanzo del genere. Unica pecca l’uso eccessivo dell’espressione «scrollare le spalle» (un po’ irritante, come ha già detto giustamente una recensora prima di me). È stata usata una trentina di volte inutilmente. Mi ha veramente colpito dentro per il tema trattato. Alla fine mi è rimasto un po’ l’amaro in bocca, ma va bene così, i romanzi seri devono lasciare il segno. Un romanzo da leggere.

Pat e Angie atto quarto. La casa buia (traduzione direi ‘letterale’ di Gone Baby Gone) e’ forse il romanzo piu’ convincente tra quelli che Lehane ha fin qui dedicato alla coppia investigativa Kenzie-Gennaro, coadiuvata come sempre dal fido Bubba agli ‘effetti speciali’. Abissale nel tema ricorrente della violenza sui minori, duro e tagliente come una lama, in Gone Baby Gone non c’è piu’ spazio per il cinico humour dei primi capitoli. La storia scorre sotto gli occhi e tra le dita senza soste, le pagine si girano da sole e le sorprendenti rivelazioni appagano gli esigenti lettori di crime-story. Ad un romanzo ‘di genere’ non si puo’ chiedere molto di piu’.

Bello, però è tutto uno scrollare di spalle. E tizio scollò le spalle, e caio scrollò le spalle ed io scrollai le spalle ecc.. Certo che il traduttore Francesco Chiari poteva anche trovare qualche sinonimo.

Non posso dire che sia un brutto romanzo, ma nel complesso non mi ha proprio appassionato. Forse troppa carne al fuoco, con tanti rivoli di brutte storie che si accavallano con alcuni snodi non chiarissimi. Pur avendone i presupposti (l’azione, l’indagine), non è un libro che si legge tutto d’un fiato, ma scorre lento verso un finale non indimenticabile.