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“La cavalcata selvaggia” ha permesso di approfondire con i miei allievi contenuti storici ben documentati, presentati in un contesto di letteratura scritta e visualizzata con elementi d’alta poesia. Così alcuni commenti dei giovani lettori: -“..coinvolgente intreccio di sentimenti umani, emozioni e poesia..”-“..ci ricorda che la vita è preziosa e non bisogna mai abbandonare la speranza..”-“..l’eroismo non è l’atto singolo della persona, ma è condivisione del dolore quotidiano con i compagni..”-“..tutto ciò ne fa un romanzo di guerra e prigionia particolarmente raro..”- Il dramma di Gaspare Pribaz, uomo sensibile e coraggioso, vittima e complice di un destino che l’aveva già prescelto, rappresenta per lettori, d’ogni formazione ed età, motivo di riflessione su valori irrinunciabili, quali il rispetto per la vita, la libertà e la pace.
un libro intenso, che ti spinge dove i tuoi pensieri non immaginerebbero… e cioè nei pensieri di un uomo che, in quanto prigioniero, diviene un numero, una nullità, ma che poi recupera il suo io e si libera. il destino però è atroce.
Ci sono resti di ricordi che per qualche motivo vale la pena non sprecare: il motore di un aereo da guerra nei cieli, l’uniforme sbagliata in un campo di prigionia, l’India misteriosa dietro i cartelli «proibito
Anche in questo secondo libro di C.Grande troviamo un uomo e le montagne. Però questa volta l’autore ci porta lontano e non solo perchè le montagne sono quelle dell’Himalaya, ma la sua scrittura raffinata e sensibile entra ad esplorare il mondo dei pensieri. Il protagonista pensa, ed i suoi pensieri scandiscono le atmosfere ed i ritmi della lettura. Pribaz è un uomo solo in mezzo ad una moltitudine di persone, come sempre più spesso capita a tanti di noi e questo, unito alla poesia del pudore dei suoi sentimenti, sono, per me,il motivo dominante del libro. Lo stile narrativo alterna efficacemente le atmosfere rarefatte dei pensieri a quelle potenti, pure e grandiose delle vette incombenti dell’Himalaya. Ho trovato le prime tre pagine le più belle in assoluto: nitide, essenziali e intense, da rileggere più volte, soprattutto alla fine del racconto