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La cena dei potenti. Quando Jahwè, Dio e Allah si incontrarono

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Titolo: <strong>La cena dei potenti. Quando Jahwè, Dio e Allah si incontrarono</strong></br></br>
Autore: <strong>Francesco Antonioli</strong></br></br>
Editore: <strong>Piemme</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2006</strong></br></br>
EAN: <strong>9788838483936</strong></br></br>

<p>Una strana convocazione su un foglietto ingiallito. Qualche frase apparentemente sconnessa, scritta in caratteri antichi - aramaico, greco, arabo. Un messaggio in grado di provocare turbamento. Al punto da prendere in fretta i bagagli e partire di corsa. Dagli Stati Uniti, dall'Europa, dalla Turchia: destinazione Chartres, uno dei luoghi più misteriosi e suggestivi di Francia. Tre Signori, un po' simili e un po' diversi, rispondono all'appello quasi disperato di un'affascinante studiosa, ormai avanti in età. Dopo anni di studi, disincantata anche dalla lettura dei libri sacri, si appresta a ricevere la visita dei tre ospiti. Mister Rushi arriva da New York. È un tipo sulla settantina, intransigente e severo, ma dotato di uno straordinario senso dello humor. Monsieur Beckett arriva da Parigi un po' tradizionalista, sembra un cardinale in vacanza, ma è dotato di strabilianti poteri visionari. Il signor El-Averroè arriva da Istambul. È un bel signore mediorientale, dotato di intelligenza puntuta, molto suscettibile e discretamente maschilista. I Tre si conoscono bene, ma custodiscono un passato irrisolto. Si ritrovano così, uno all'insaputa dell'altro in un luogo ricco di storia e di simboli, incalzati dalla presenza della loro ospite che nonostante i modi gentili cercherà in modo inaspettato di condurli al conflitto.</p>
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Ho trovato bellissimo questo libro, e penso che non offenda nessuno che appartenga ad una qualsiasi delle tre religioni monoteiste di cui parla sotto forma di romanzo. In più a fare da filo conduttore c’è il diavolo. Ho letteralmente inciampato in questo libro cercando un film «7 km da Gerusalemme» (tra l’altro girato in Siria) Sono stata molto contenta di trovare sulla mia strada entrambi, e ad entrambi sono molto grata per ciò che mi hanno dato.

un libro da evitare sia per chi e’ religioso e sia per gli agnostici, fra i quali mi annovero. Avendo avuto una educazione fortemente religiosa lo trovo, per chi crede, offensivo per le sue banalita’, per aver trascinato le tre entita’ in colloqui ridicoli e senza un preciso fine se non quello di ripetere in modo ripetitivo che ‘diversita’ e’ bello’.La struttura dei sette giorni descritti sono banalità di vita quotidiana farcita con qualche citazione dei tre libri sacri, mescolati a elementari e noiose lezione di storia dell’arte(ma che fa tanto trend) e l’immancabile spruzzatina di mistero con i soliti templari . Chi come me pensava di trovare discussioni filosofiche di alto profilo non puo’ fare altro che prendersela con chi esagera nelle recensione dei libri

Ironico, divertente, altamente leggibile, questo romanzo fa riflettere sul tema attualissimo di come Dio al giorno d’oggi sia «fatto a immagine nostra»… perché i tre protagonisti (l’unico vero Dio, ma visto dalla prospettiva delle tre grandi religioni monoteistiche) si comportano come noi, con le nostre manie e le nostre debolezze. Stimolanti i riferimenti culturali e intrigante la scelta del nome del diavolo, che unisce quelli dei due barboni di «Aspettando Godot»: vorrei tanto sapere perché…

La cena dei potenti … aggiunge un posto a tavola per l’agnostico!!!!! per un agnostico pigro come me il problema proprio non si pone, di dio con la d minuscola (perché tanto non mi interessa) non ne voglio proprio sapere.. fossi ateo tanto quanto potrei divertirmi a fare polemica selvaggiamente, ma a me la cosa non mi riguarda.. non capisco nemmeno come pormelo il problema del trascendente .. e poi perché dovrei … VERITA’ rivelata … non capisco… è proprio una questione di linguaggio…. ma Jahwè, Dio e Allah che hanno vite umane e vivono fra gli umani come tre borghesi e parlano il linguaggio che parlo io e poi si incontrano… e sono alle prese con il jogging e con Internet e magari fanno anche gli insegnanti in un liceo di Parigi.. beh allora come faccio a resistere .. si è vero che non mi interessa il Divino…però qui c’è uno che si è messo lì a immaginare e a scrivere di questi tre Signori e li ha fatti anche misteriosamente incontrare a cena … qui c’è qualcuno che non mi propina nulla di teologico.. che non cerca di accreditarmi una qualche verità assoluta… che ha fatto un bello sforzo di fantasia e tolleranza ….magari lo ha fatto anche pensando a me .. e mi ha dato anche qualche spunto per approfondire.. Però -diciamocelo -un po’ mi ha fregato: come agnostico avrei dovuto per lo meno annoiarmi con una simile lettura …. Invece…Non è stato affatto così

Il tema è attuale e il tentativo di affrontarlo apprezzabile ma ho trovato il tutto debole e banale… Un tema del genere meritava un approccio un po’ più approfondito, e comunque non siamo ancora stufi di queste vicende simil codice da vinci?