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Il capitano dei carabinieri Chiara Basile si trova a dover risolvere uno strano caso di omicidio. Il cadavere di un anziano professore, vestito come una suora, è stato trovato impigliato in un canneto lungo le rive del Tevere. Sulle prime gli investigatori pensano ad un delitto maturato nel mondo dei transessuali. Ben presto, però, capiscono che non è così semplice. Ad un più attento esame si scopre, infatti, che il cadavere porta all’anulare un anello inciso con un cerchio ed una piccola croce alla base, il simbolo del femminile, e sul braccio sinistro ha un tatuaggio dal significato incomprensibile. Nelle tasche, poi, viene trovata un’antica lucerna romana. A questo punto il capitano decide di servirsi della consulenza dell’archeologo Lorenzo Sarti. Sarà il professore che, attraverso lo studio di antichi testi e rischiose ricerche nella Roma sotterranea, riuscirà a scoprire qualcosa d’incredibile: l’esistenza di una setta religiosa che si pensava estinta da secoli. I due si troveranno coinvolti in una guerra combattuta senza esclusione di colpi tra potenze straniere, patriarcati orientali, e chiese occidentali, tutti impegnati nella ricerca di una preziosa, millenaria reliquia, in un crescendo di suspense e colpi di scena. Un romanzo scritto con stile scorrevole per una trama avvincente e suggestiva che piacerà a chi ama Roma, i suoi segreti ed i suoi misteri.
Ho letto attentamente questo secondo romanzo di Sperduti sin dalle note dell’autore all’inizio, in cui si dice che «tutti i riferimenti storici sono assolutamente reali e comprovabili». Devo dire che certi fatti raccontati sul primo Cristianesimo lasciano interdetti per via dei dubbi e dell’incredulità che suscitano e ha lasciato in me una notevole curiosità ad approfondire certi argomenti sul ruolo, ad esempio, di San Pietro a Roma etc. fra le prima comunità cristiane. L’autore dimostra anche di muoversi bene su vicende geo-politiche del nostro tempo, come sulla questione ucraina che merita migliore conoscenza e competenza da parte di certa stampa. Per quanto riguarda lo stile, il romanzo presenta personaggi meglio delineati rispetto al primo libro e il ritmo è veramente quello di un thriller con situazioni incalzanti già dal primo capitolo. Che l’autore abbia inaugurato una nuova forma di romanzo educativo per conoscere la vera storia, raccontata da storici e non da giornalisti?
Uno stile asciutto, sintetico, privo di ostentazioni culturali, chiaro ed evocativo. Una trama avvincente e suggestiva che, pur nella complessità dell’argomento, non risulta mai ostica né troppo impegnativa. Questa volta il noto archeologo Leandro Sperduti ci sorprende con un racconto che ha dell’incredibile. La storia si svolge a Roma. Per meglio dire nel sottosuolo di Roma dove, nascoste da millenni, giacciono le prove di una commistione di riti e religioni dalle quali, per puro caso o per sapiente orchestrazione, nascerà il cristianesimo primitivo. Il tutto gravita intorno alla misteriosa chiesa di San Clemente dove, costruite una sull’altra, troviamo una casa del I secolo con mitreo, una chiesa paleocristiana, una chiesa medievale. Una combinazione di fattori che scatena la fame di conoscenza dell’archeologo Lorenzo Sarti, chiamato a fare da consulente alle indagini avviate dai carabinieri a seguito di un omicidio. Un intreccio di eventi dove non mancano intrighi internazionali legati ad antichi odi etnici, nei quali il lettore si immerge, spettatore tra i protagonisti. Evocativo, si diceva. Perché nel leggere dei personaggi, delle situazioni, degli eventi, sembra di scorrere la sceneggiatura di un film. Un film con finale a sorpresa non privo di un certo humor. Si potrebbe definire un romanzo molto ben congegnato che, sotto forma di thriller, racconta un’avvincente storia di fantasia politico-religiosa. Anche se non c’è l’assoluta certezza che si tratti, veramente, di sola fantasia.