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Sarà che mi piace il miele, mi piace la Sardegna, sarà che il libro è bello, a me è piaciuto molto, come mi era piaciuto il primo. E aspetto quello che uscirà nei prossimi giorni.
Non è un brutto romanzo, non è un bel romanzo è scritto con uno stile pulito, semplice, ma privo di forza, troppo morbido (come il miele?!?) per appassionare il lettore (che immagino essere esclusivamente di genere femminile!). Ha la classica struttura della fiaba (quella descritta da Propp, nel 1928, nel suo famosissimo saggio Morfologia della fiaba) come in ogni fiaba, l’eroina deve superare varie prove prima dell’happy end (scontato). La storia si snoda un po’ lentamente, accompagnata dai vari tipi di miele (descritti - in modo un po’ esagerato - da una apicoltrice per apicoltori o sommelier del miele!!) i personaggi appaiono - insieme agli episodi che ne hanno segnato la vita - in modo un po’ improvvisato e sono abbastanza stereotipati la Sardegna in cui la vicenda è ambientata sembra - anche se ci sono precisi riferimenti alla realtà - un luogo incantato, in cui - per certi versi - il tempo si è fermato.
Andamento piano e dolce (e non solo per il miele). Piacevole sebbene non indimenticabile lettura.
Piacevole lettura senza troppe pretese, si legge senza fatica, ma non lascia granché al termine. Lo stile e quello già visto ne Il sentiero dei profumi, è anche lo scheletro del libro è più o meno lo stesso. Qui protagonista è il miele, forse un po’ troppo per coloro che non sono poi così interessati alla sua produzione. Diventa lo spunto per dare al libro un’aura di poesia mista a magia, e ci riuscirebbe pure se non fosse troppo favolistico. Della Sardegna che conosco, la mia terra, non vedo molto, però apprezzo il tentativo. Consigliato comunque, meglio se in edizione economica.