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Leila Daianis vive tra noi ed é una donna ex-transessuale. Il racconto in positivo della sua storia di vita non ripropone i soliti stereotipi che contribuiscono a marginalizzare le persone che si trovano nella condizione della disforia sessuale. Leila può dire davvero di aver conosciuto due mondi, di aver vissuto due vite che s’intrecciano e sfumano l’una nell’altra, da uomo e da donna, e ciò porta con sé una ricca molteplicità di esperienze. Viene da citare il mitico Tiresia, prima maschio poi femmina, l’androgino Middlesex di Eugenides, allevato come bambina anche se maschio, o il film Transamerica, centrato sulla figura di un padre che affronta l’operazione chirurgica che lo farà riappropriarsi anche fisicamente della sua identità mentale tutta al femminile. La vicenda diventa molto interessante giacché narrata da due punti di vista, quello dell’«angelo» e quello della «donna dell’angelo». Leila è la «donna dell’angelo
Lo dirò subito: questo libro mi piace. Non perché tratti (anche) un argomento a me caro - il transgenderismo e lo scardinamento del binarismo di genere - ma perché sprizza voglia di vivere, allegria e coraggio. È uno stimolo a lasciarsi andare, sull’esempio di Leila, con divertimento e senza paura: perché siamo sempre protetti, che ce ne rendiamo conto o no. Già. La cosa che maggiormente mi colpisce, di questa storia, è la sua profonda spiritualità, il suo carattere interdimensionale. La vita di Leila - che incredibilmente è una persona reale e non il personaggio di una fiaba, a dimostrazione che la realtà supera sempre la fantasia - è raccontata da un punto di vista privilegiato e ultraterreno, da quel Nulla o Tutto in cui non c’è giudizio e le vicende umane non hanno niente dello spessore tragico che noi miopi mortali gli attribuiamo. Se gli angeli non hanno sesso, la problematica trans non si pone»: è con questa ineffabile leggerezza, con questa cristallina leggiadria che le avventure di Leila si pongono di fronte ai nostri occhi di meravigliati lettori. Nessuna tragedia. La nostra eroina va avanti nella vita spostandosi nel tempo e nello spazio inattaccabile agli eventi. Sfugge ai pericoli mortali, agli abbandoni, ai rifiuti, nulla sembra toccarla e ovunque vada, come una specie di fata della primavera, regala il sorriso dei suoi occhi grigioverdi. Fardelli pesanti come l’adozione, il rimbalzare da una famiglia all’altra, la confusione identitaria e la transizione, il pellegrinaggio di città in città, da un capo all’altro del mondo alla ricerca di radici e di casa: tutto sembra non avere peso per lei. Leila e Liliana, due donne piene di talento e bellezza che hanno scelto l’Italia come loro seconda patria. Hanno arricchito questo Paese e le vite di tutti coloro che le conoscono. Fortunato chi potrà incontrarle nella propria strada.
Sono un’anziana signora fiorentina, traduttrice, sensibilizzata dalla causa GLBT per il semplice fatto di avere una sorella omosessuale, accoppiata e felice. Ho letto il primo libro di Liliana Gimenez «Il Volo della Sirena