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Da appassionata di romanzi inglesi dell’800 posso senza dubbio dire che le cinque stelle le merita tutte. Scritto in maniera scorrevole ed avvincente, la trama ti tiene incollato alle pagine fino alla fine. Mi riuscissero a tenere così anche gli autori moderni, sarebbe fantastico ma capita con pochi. Consigliatissimo a chi ama il genere!
Tomo ponderoso, trama avvincente ma dallo sviluppo a tratti troppo lento, dovuto forse all’originale necessità di essere scritto a puntate. Quello che sorprende di questo libro è la freschezza del linguaggio, davvero sorprendente vista l’epoca in cui è stato scritto. Un poliziesco condotto magistralmente senza spargimenti di sangue, articolato con una finezza micidiale. Splendidamente moderno nei concertti e anche nell’uso della narrazione a più voci, che lo rende più movimentato, contribuendo ad una precisa caratterizzazione dei personaggi. Mi trovo concorde con altre recensioni: un’opera solo per gli amanti della letteratura.
Di questi tempi le uscite editoriali premiano spesso più la quantità che la qualità, da cui questo romanzo è una piacevole lettura riconoscendone la datazione nel positivo e negativo
«La nostra capacità di apprezzare le bellezze del mondo in cui viviamo è in verità un talento tutt’altro che innato, che noi uomini impariamo come un’arte per giunta, poi, questa capacità viene da noi raramente esercitata, se non quando la nostra mente è libera da altre occupazioni, e s’abbandona all’indolenza. Tutto ciò che la nostra mente può comprendere, tutto ciò che il nostro cuore può imparare può essere compreso e imparato con uguale chiarezza, uguale profitto e uguale soddisfazione per noi stessi, a prescindere dalla bellezza del volto che la natura mostra alle nostre spalle. C’è sicuramente una ragione per questa mancanza di innata sintonia tra la creatura e il creato che ha intorno, una ragione che va forse cercata nell’abissale distanza che separa il destino dell’uomo da quello del suo ambiente naturale. La più imponente delle montagne che l’occhio umano sia in grado di abbracciare è destinata a perdersi nell’oblio mentre il più piccolo dei sentimenti che il cuore puro di un uomo possa avvertire per un altro essere umano è destinato all’immortalità». DA NON PERDERE