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Questo libro mi ha lasciato con sentimenti contrastanti. Da un lato è affascinante per come ricrea la persona (personaggio?) di Berthe Morisot e il suo ambiente, dall’altro ho trovato la conduzione della storia un po’ zoppicante, con molte parti descrittive ma poca psicologia. Ad esempio non si capisce bene come e quando nasce il sentimento per Manet, ad un certo punto scopriamo che Berthe è perdutamente innamorata. E sappiamo anche molto poco dei moti interiori di Manet e di suo fratello. Berthe rifiuta l’amore di Eugène ma alla fine nell’epilogo scopriamo in due righe che poi lo ha sposato. Sappiamo anche molto poco sulla concezione artistica della Morisot. Insomma troppe ellissi, troppo non detto, troppi vuoti. E’ vero che è pur sempre un romanzo storico, per di più focalizzato su una parte della vita della pittrice, e quindi certe informazione potranno essere reperite altrove. Ma un «romanzo» è sempre e comunque un universo a se stante e dovrebbe essere perfettamente autosufficiente. Qui è come essere a metà strada tra romanzo e biografia senza che nessuna di queste due anime prenda veramente corpo. Peccato.
gran bel libro questo di brunella schisa : colto, intelligente, agréable. l’ambiente storico-culturale è ben rappresentato, i personaggi indagati con profondità psicologica, la scrittura vivace ed accattivante. insomma, un modo nuovo di accostarsi al mondo dell’arte e di gustare nello specifico il travaglio culturale e gli affetti e la passione di due protagonisti della stagione più intrigante e coinvolgente della storia dell’arte europea. certo, quella della schisa è un’avvincente ipotesi circa la liaison fra Manet e Morisot, ma sul piano storico fu veramente così? i documenti al riguardo sono avari (per quel che io sappia), ma la penna e il cuore di brunella sono stati prodighi…
Bellissimo libro, a mio parere. Un libro che permette, in poche pagine, di avere un quadro dettagliato di un momento storico e artistico della Parigi della seconda metà dell’800. Berthe e Manet, due personaggi intriganti: appassionano, fanno sì che il fiato resti sospeso per pagine e pagine, e che l’attesa cresca, per poi essere ripagata. Un bel lubro, che si legge con molta facilità e che non ti fa venir voglia di spegnere la lampada del comodino.
Votata ad un destino da zitella. Così almeno pensava Berthe Morisot, fascinosa trentenne dedita all’arte del dipinto, olio su tela ed acquarello le tecniche privilegiate. Ma ecco: sulla porta di casa Morisot, complice un amico di famiglia, si presenta nientemeno che Edouard Manet, l’artista più insultato, più denigrato di tutta Parigi. Non troppo alto, fronte larga, naso dritto, sguardo malizioso con un’ombra cupa che alcune donne trovavano malinconica. Sposato con la grassa Suzanne, ma donnaiolo impenitente. Orgoglioso d’essere dannato! Dannato ma, quando si tratta delle scelte d’arte, testardo come un mulo, il nostro Manet. Nulla lascerà di intentato pur d’ottenere l’assenso di Berthe a diventare modella per quadri che saranno di volta in volta sempre più avvolti nel fuoco d’una irrefrenabile inconfessata passione. Amore negato, amore impedito, ma si fermerà l’onda irruenta della passione?