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Completamente d’accordo con la recensione di Mirco. Aggiungo peraltro che le vicende del romanzo proseguono nel libro «Il successore».
Questo libro, scritto più di venti anni fa e quindi in tempi non sospetti, rappresenta il tentativo riuscito di far comprendere al lettore il sentimento di terrore e frustrazione che un popolo prova davanti alla forza schiacciante di una dittatura. Le menti sono ottenebrate dalla propaganda politica, ben inquadrate e regolate come un plotone in marcia, quelli «contro» sono gettati da mani invisibili nelle miniere di cromo, i sentimenti sono frustrati da rigidissimi schemi. Così l’amore del protagonista per la figlia di un alto dirigente del Partito gli è di fatto precluso dalle logiche di carriera del padre di lei. Ma un dubbio feroce accompagna il narratore: tornando con la mente al sacrificio di Ifigienia dapprima crede di trovare un parallelismo con la vicenda che lo lega a Suzanne, ma poi capisce che non è così. La «violenza» perpetrata su di lei altro non è se non la negazione di ogni pulsione, dello sbocciare di una nuova forma di «idea». Un concetto che dovrebbe far riflettere chi ancora prova nostalgia per queste forme di potere. Un plauso anche all’editore LONGANESI che ha realizzato una collana davvero bella.