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La miscela segreta di casa Olivares

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Titolo: <strong>La miscela segreta di casa Olivares</strong></br></br>
Autore: <strong>Giuseppina Torregrossa</strong></br></br>
Editore: <strong>Mondadori</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2015</strong></br></br>
EAN: <strong>9788804649885</strong></br></br>

<p>Nel cuore di Palermo, sotto il grande appartamento degli Olivares, batte il cuore di un drago fiammeggiante: è la macchina che tosta dalla mattina alla sera il caffè, spandendo per le vie del quartiere un profumo intenso fino allo stordimento. È tra le pareti della torrefazione che cresce Genziana, il più bel fiore tra i figli di Roberto Olivares, che ha chiamato come lei la qualità più pregiata di caffè. La vita scorre nell'abbondanza e nella certezza che il futuro non riservi sorprese perché Viola - sensuale e saggia matriarca - sa prevederlo leggendo i fondi di caffè. Ma proprio quando Genziana si appresta alla fioritura della giovinezza irrompe la guerra, e con essa la fame e la distruzione destinate a cambiare per sempre le sorti della città. Improvvisamente Genziana si ritrova sola, il grande drago sbuffante è costretto a fermarsi. Palermo, intorno, è un immenso teatro di macerie, una meravigliosa creatura ferita che deve capire come rinascere dalle proprie ceneri. "La tua fortuna saranno le femmine, la tua sicurezza il caffè" aveva detto Viola alla figlia scrutando il fondo della sua tazzina. Armata unicamente di queste parole, Genziana compie un lungo cammino, che la porta lontano senza mai allontanarsi dai Quattro Mandamenti di Palermo. Una folla di personaggi umili ma capaci di profonda umanità, l'incontro con una donna venuta dal Nord, le attenzioni del mafioso Scintiniune, l'amore per Medoro: tutto sarà per lei lievito di cambiamento...</p>
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La prima parte, ben costruita e piacevole, mi aveva fatto sperare in un seguito allo stesso livello. Nella seconda parte, invece, la narrazione si affloscia e diventa meno interessante e più scontata. Gradevole ma nulla più.

Il Conto delle Minne a mio avviso resta il suo capolavoro.

In questo romanzo, Torregrossa ripropone le sue tematiche preferite: la donna, la sua forza, la sua sensualità. La trama è interessante ma, a mio parere, ci si dilunga troppo nelle descrizioni ambientali e il finale, come ha notato un’ altra lettrice, è prevedibile e scontato. Non credo sia il romanzo migliore dell’autrice.

A mio parere è il migliore romanzo di questa scrittrice e senz’altro uno dei libri che mi ha maggiormente appassionato negli ultimi tempi. La narrazione è intensa e tratteggia con ricchezza di sfumature i personaggi e l’ambiente palermitano dagli anni ‘40 al dopoguerra. Campeggia su tutto la protagonista, Genziana, di cui seguiamo la lenta evoluzione dall’età infantile alle insicurezze e ai dubbi dell’adolescenza quando resta orfana e in balia di un destino incerto fino al raggiungimento della consapevolezza che la porta ad assumersi le proprie responsabilità e a diventare padrona della propria vita. Ma anche gli altri personaggi sono vivamente descritti: in primo luogo i genitori sempre presenti come punto di riferimento e guida anche dopo la loro morte, l’operaio che prende in mano le redini dell’azienda familiare, la giovane domestica e infine le stesse figure minori che spesso conferiscono alla vicenda una sorta di coralità tanto che nell’ultima pagina la protagonista definisce la torrefazione «crocevia di esistenze». Colpisce di questo romanzo la prosa ampia e ricca , curata nei dettagli e sovente incline ad adottare un lessico popolare e dialettale che rende ancora più realistica la storia, senza lesinare gli aspetti più crudi legati alla povertà di mezzi ma anche di affetti di alcuni personaggi. Tutto vi è descritto con grande sensibilità, umanità e commossa partecipazione, peraltro scevra da qualsiasi sentimentalismo o sdolcinatura. Un romanzo che si legge con foga, ma che alla fina spiace di averlo già finito!

In questo suo ultimo libro l’autrice conferma la sua dote di narratrice unica: i personaggi sono vivi, Palermo odora attraverso le pagine del libro e il caffè, così importante per la protagonista, sparge il suo aroma e la sua forza. Ma qui si celebra soprattutto la forza delle donne,la protagonista, crescendo, matura non solo nella sfera dei sentimenti, ma soprattutto nel suo agire in quanto donna e con la sua forza rappresenta a testa alta le donne che non si arrendono e non si piegano. Bellissimo poi il personaggio di Lalla, altra donna speciale.Lo consiglio vivamente, e non solo alle donne.