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La musa inquietante. Il computer e l'immaginario contemporaneo

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Titolo: <strong>La musa inquietante. Il computer e l'immaginario contemporaneo</strong></br></br>
Autore: <strong>Luca Scarlini</strong></br></br>
Editore: <strong>Cortina Raffaello</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2001</strong></br></br>
EAN: <strong>9788870787214</strong></br></br>

<p>Il computer, fedele compagno dell'uomo o riottoso tiranno della nostra vita quotidiana, ha segnato e segna il nostro immaginario in modo irreversibile. Dalle prime prefigurazioni degli anni Trenta a oggi, l'autore ripercorre l'avvento dell'era informatica attraverso i movimenti dell'immaginario nei confronti delle invenzioni che hanno rivoluzionato la nostra esistenza. Una storia che passa dalla nostra paura latente - il computer come totem minaccioso e invasivo - fino a toccare la banalità della condizione di elettrodomestico. Un percorso tra narrativa, cinema, poesia, pubblicità, arti figurative, con numerose sorprese e varie conferme.</p>
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Etimologia del termine. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche "corteccia", ma visto che era un materiale <br/>CONSULENZA EDUCATIVA _____ Facoltà di Teologia dell’Italia Settentrionale Istituto Superiore di Scienze Religiose - Udine
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Come già detto in precedenza, il libro presenta l’argomento come un fiume in piena che ci travolge e ci trasforma. Andando poi avanti con la lettura ci si accorge che invece si perde in mille rivoli non necessari e citazioni da ricercatore, più che da lettore che vuole una vera e concreta panoramica sul fenomeno. Lo spunto è quindi buono per chi volesse poi leggere, vedere e ricercare le decine di testi citati e consigliati dall’autore, ma fornisce una visione d’insieme scarna dal punto di vista del contenuto. Per chi come me, è appassionato d’informatica, il libro risulta estremamente pesante nella prima parte, diventa più interessante poi con la lettura. Resta comunque un libro poco consigliato.

Benché il tema, come introdotto dal titolo, sia estremamente interessante, il libro si perde in una storia della tecnologia dall’industrializzazione ad oggi e relativi rapporti con l’arte e la cultura. Si trasforma così in una sorta di bigino di interesse molto minore (anche per citazioni poco accurate che indispongono il lettore). L’unico tema non banale è allora l’influenza sul teatro della tecnologia, che mi pare poco trattato in altri testi simili.