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Un libro chiaro che spiega in modo inconfutabile come il capitalismo all’italiana sia rimasto ai tempi del medioevo: da una parte i padroni che possono tutto, dall’altra i piccoli azionisti (il cosiddetto azionariato diffuso! favola per bambini) buoni solo a dare il sangue e sui quali i primi si ingrassano vergognosamente e impunemente.
Premesso che sono un fan del Dr.Dragoni, considero questo libro un ottimo lavoro: l’analisi dell’argomento trattato è ineccepibile, fatta con indiscutibile competenza, descritta in un testo chiaro e scorrevole, immediatamente comprensibile (ahinoi!) e mai noioso (non è facile scrivendo di finanza e economia), e soprattutto politically correct. Apprezzo particolarmente la sintesi efficace di varie vicende economiche, propedeutica alla comprensione del loro percorso e a conoscere i protagonisti dell’imprenditoria e del management in Italia. La considerazione finale di p.256 è la somma di tutte le constatazioni: «…la debolezza delle classi dirigenti (economica e politica io aggiungo, che si puntellano a vicenda) mette in pericolo il futuro dell’economia italiana.». Ennesima dimostrazione di un sistema in cui le procedure sono tutt’altro che chiare e trasparenti, praticate spesso al limite del lecito, quanto basta per farla sempre franca, e anche nel caso ci si dovesse macchiare non c’è problema nel caso in cui si rappresenti un «pilastro» del sistema, altrimenti si subisce l’ostracismo oppure una dura penitenza. Lo reputo il migliore saggio da me letto negli ultimi dodici mesi, complimenti agli Autori.
Da leggere per trovare una risposta convincente al disatro dell’imprenditoria italiana, di chi sa dare i voti a tutti (politici, giornalisti, sindacalisti, operai,…) e non si accorge della propria inefficienza che viene oltretutto ricoperta d’oro. Scoprire che in Italia esistono persone che guadagnano in un giorno quello che io guadagno in un anno, e che in più affossano le imprese dove lavorano, è una di quelle cose che ti risveglia il sopito spirito rivoluzionario e ti convince che qualcosa in Italia non solo si può cambiare ma si deve cambiare. Per fegati forti e preparati.
Il voto altissimo è per l’importanza delle notizie riportate dai due autori molto ben preparati e documentati. Conoscevo il nostro capitalismo senza capitali, ma una denuncia del genere non me l’aspettavo. Praticamente tutti, salvo poche eccezioni, sfruttano in maniera perversa i soci azionisti. E poi l’entità dei compensi di questi signori, molti dei quali autentici incapaci, posti in luoghi di importanza solo per questioni di parentela anagrafica. Una grande delusione, ma anche una grande apertura di occhi.