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Lo scenario maestoso e stupendo delle Dolomiti fa da sfondo ad una storia semplice che resta dentro anche dopo aver letto l’ultima pagina. Un romanzo sul difficile rapporto tra un padre chiuso nel suo dolore e nella sua determinazione a dimostrare a tutti il proprio valore e un figlio, timido, amante dello studio, che riesce ad instaurare un rapporto con il proprio genitore solo tramite la caccia, per certi versi insensata, ad un orso terribile e spaventoso che minaccia la valle. Righetto grazie ad uno stile asciutto ci regala una storia di iniziazione e formazione, commovente e poetica.
Ho molto apprezzato questo racconto.Una storia semplice e credibile, raccontata con uno stile asciutto e poco pretenzioso(cosa che io apprezzo). Un libro che si legge tutto di un fiato,un libro che ti trascina in mezzo ai boschi al fianco di Domenico, con dentro la stessa paura di incontrare da vicino il temuto «Diàol». Bravo Matteo Righetto. ps:trovo le critiche pubblicate sopra davvero senza alcun fondamento.
anni ‘60, una montagna selvaggia, una natura potente, le paure di un bambino, le rudezze di un padre, lo scioglimento del ghiaccio, un’avventura entusiasmante, due fucili da caccia grossa, un orso demoniaco… rimane tutto dentro per lungo tempo, dopo la fine della lettura… bello, emozionante, suggestivo, ci si vorrebbe «entrare
Un paese di montagna di livello culturale infimo e maschilista, sembra popolato poco più che da pescatori e cacciatori che, come unico valore, coltivano l’odio per gli animali e in particolare per un orso, soprannominato Diàol. Qui vive, con i turbamenti dell’adolescenza e un padre indescrivibilmente squallido e avido, un ragazzino dodicenne, il cui unico stimolo è rappresentato dal personaggio d Tom Sawyer, del quale cerca idealmente di ripercorrere le avventure. Quando il padre, per scommessa, lo porta a caccia dell’orso, il ragazzo si sente eccitato dal pericolo, immaginandosi un eroe del quale la ragazzina dei suoi sogni (peraltro senza personalità, in quanto femmina) sarebbe fiera (perché mai dovrebbe condividere tali orrendi sentimenti???) A questo punto, si potrebbe immaginare che qualcosa volga in positivo i sentimenti cupi che aleggiano sullo scritto, ribaltandone il senso, valorizzando le figure degli animali, introducendo un’evoluzione…e invece no, l’odio prevale in un crescendo che porta dritto alla banale quanto scontata conclusione. L’autore forse non è consapevole di quanto sia pericoloso avvicinare gli adolescenti, ai quali il libro si rivolge, a sentimenti così forti e negativi. In un momento storico in cui mai prima d’ora è stato così sentito il problema della violenza negli adolescenti verso gli altri esseri viventi, umani e non, questa lettura la esalta come valore. I riferimenti letterari a Tom Sawyer, le suggestive descrizioni del paesaggio montano, se intendono in qualche modo dare dignità all’avventura (un eufemismo, perché si tratta in realtà di istigazione alla violenza allo stato puro) non smussano minimamente la portata distruttiva del contenuto antieducativo del libro, che, in my opinion, è un’operazione commerciale di livello veramente basso. Faccio notare che anche per ragioni professionali leggo molto, di buono e meno buono, ma non ho mai sentito il bisogno di fare una recensione tanto negativa. Ci sarà pure un perché.