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L’idea è bella, ma a me non è piaciuto come è stata sviluppata. Innanzitutto pensionati sessantenni dei giorni nostri descritti come dei vecchi matusa, uno dei quali affezionato a signorine fuori della norma. La parte gialla liquidata in poche righe.
Ammetto di non avere mai letto niente di questo autore prima di ora, ma mi sono fatta catturare dal titolo « Squadra Speciale Minestrina in Brodo » La storia é incentrata su tre poliziotti della Questura Ligure, che dopo tanti anni di onorato servizio finalmente possono andare in pensione e godere del meritato riposo. Si può dire finalmente, ma allora perché tutti e tre si ritrovano ogni mattina al bar davanti alla Questura come se dovessero prendere servizio? Semplicemente perché loro sono una squadra speciale ed affiatata, e dopo tanti anni di lavoro dove hanno dato anima e cuore é difficile smettere da un giorno all’altro. Ci sono interessanti cenni agli anni di servizio in si sono conosciuti o hanno fatto la conoscenza di alcuni personaggi che faranno capolino nella narrazione. Tutto parte da un indagine che Pammattone ha iniziato ma che non é riuscito a portare a termine, per poca importanza del caso e per il tanto lavoro, ma ora che sono in pensione succedono alcuni sviluppi che faranno decidere ai tre pensionati di riprendere in mano l’indagine per portarla finalmente a termine. Nasce così la Squadra Speciale Minestrina in Brodo, ed agendo in incognito per i canali non ufficiali, ricordiamoci sempre che dovrebbero essere in pensione, i tre avranno nomi in codice ad hoc. Semolino, Kukident e Maalox. Se ancora non vi ho incuriosito, sappiate che tutta la storia é narrata in modo poco distante dalla realtà, sicuramente un poco romanzata ma trattante temi molto attuali, come la politica, lo sfruttamento dei migranti ed il lavoro nero. Tutta la narrazione viene descritta dal punto di vista di Pammattone, e la scrittura é simpatica e coinvolgente, tanto che sarà facile provare ad immaginarsi questa squadra specialissima in azione nelle vie Genovesi. Trovo che tutto il racconto sia scritto molto bene, ammetto che non conoscevo lo stile di scrittura dell’autore ma le premesse ci sono
Voto di incoraggiamento a questo, spero, primo episodio della serie «minestrina». Gli ingredienti ci sono per sviluppare una serie interessante i protagonisti e le loro vite personali mi sembrano interessanti e foriere di sviluppi, la situazione «lavorativa» pure, e la capacità narrativa mi pare buona. Centazzo dovrebbe lavorare meglio sulla storia e sullo sviluppo coerente all’interno del mondo in cui si muovono i personaggi. Ovviamente, questo essendo il primo episodio aveva bisogno di più o meno lunghe descrizioni dei protagonisti e delle loro storie personali per poter meglio addentrarsi nel tutto. Direi che le premesse ci sono tutte per un buon prosieguo delle vicende della squadra speciale. Voto 4 di incoraggiamento.
Ho visto altri commenti positivi su questo libro e mi dispiace di dissentire. Per me è stata una grossa delusione. Il titolo prometteva bene, ma la storia è stata sviluppata malissimo. Innanzitutto la caratterizzazione dei personaggi è fuori luogo: i tre neo pensionati poliziotti, sessantenni di oggi, vengono descritti come tre arzilli ottantenni, il racconto per due terzi è noioso e si perde nella descrizione di episodi insignificanti e poco interessanti. Nell’ultima parte si colora di un giallino all’acqua di rose che viene liquidato velocemente nelle ultime pagine. Peccato, poteva essere un racconto frizzante e divertente sulla terza età ma ha mancato l’appuntamento.