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Qualcuno fermi Folsom! Qualcuno gli dica che avendo una buona capacità di scrivere in modo scorrevole non gli permette di di scrivere tali assurdità assolutamente fuori dalla realtà. Dopo Hitler, i Romanov, ora il presidente USA …..chi sarà il prossimo? Dio in persona? Per favore, dategli un soggetto che stia in piedi!
questo libro è uno stereotipo degli stereotipi. Mi spiego: ormai si contano a decine, se non a centinaia, i libri imperniati su una vasta cospirazione internazionale sconfitta dall’eroe che pure agisce da solo ed è braccato, più che perseguitato, dai suoi nemici. Purtuttavia tutto è possibile e un tal genere di libro potrebbe essere ancora godibile se fosse stringato, un fulmine. Questo qui invece è un tomo grande come la Bibbia, fitto di digressioni inutili e di descrizioni che prendono pagine e pagine. L’unico momento di maggior leggibilità è quello relativo alla fuga dei nostri eroi per monti e per valli, anche se, come ha già fatto notare un lettore, la cosa è del tutto irreale. Di una cosa sono grata all’autore, di averci risparmiato la solita storia d’amore fra il protagonista e l’eroina…
Ho amato «Il giorno dopo domani» fino a leggerlo due volte in poco tempo sono rimasto perplesso da «Giorno di Confessione» e nuovamente appassionato da «L’esule». Tuttavia ritengo «La regola di Macchiavelli» uno dei peggiori romanzi che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni: una trama che definire fantasiosa è riduttiva, dove la fantapolitica che dovrebbe essere il fulcro della storia viene trattata con un «irrealismo» da fare rabbrividire. Bocciato sotto tutti i punti di vista.
Direi che quest’opera di Folsom è sicuramente interessante e coinvolgente, ma la ritengo altresì non priva di lungaggini e ripetizioni tali da appesantire in alcuni punti lo scorrimento dell’intreccio. Dando un taglio più adrenalinico, come del resto il genere permetteva e prometteva, ed eliminando qua e la un totale d’un centinaio di pagine eccessivamente verbose ed oggettivamente non incisive per a comprensione della storia, sarebbe riuscita decisamente più spettacolare. Alcuni passaggi, tra l’altro, eccessivi e poco credibili, del genere «americanate». Si consiglia, volendocisi dedicare, di leggere prima «L’esule».