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La scommessa della decrescita

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Titolo: <strong>La scommessa della decrescita</strong></br></br>
Autore: <strong>Serge Latouche</strong></br></br>
Editore: <strong>Feltrinelli</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2007</strong></br></br>
EAN: <strong>9788807171369</strong></br></br>

<p>Il termine "decrescita" suona come una scommessa o una provocazione, nonostante la generale consapevolezza dell'incompatibilità di una crescita infinita in un pianeta dalle risorse limitate. L'oggetto di questo libro è incentrato sulla necessità di un cambiamento radicale. La scelta volontaria di una società che decresce è una scommessa che vale la pena di essere tentata per evitare un contraccolpo brutale e drammatico. Bisogna ripensare la società inventando un'altra logica sociale. Ma qui si pone la questione più difficile: come costruire una società sostenibile, in particolare nel Sud del mondo? Bisogna quindi esplicitare i diversi momenti per poter raggiungere questo obiettivo: cambiare valori e concetti, mutare le strutture, rilocalizzare l'economia e la vita, rivedere nel profondo i nostri modi di uso dei prodotti, rispondere alla sfida dei paesi del Sud. Infine, bisogna garantire tramite misure appropriate la transizione dal nostro modello incentrato sulla crescita a una Società della decrescita. Tutti temi questi che già a vario titolo compaiono nell'agenda politica di molti paesi europei, tra cui la Francia e la Germania, e che anche in Italia cominciano a definirsi in un tutto organico. Questo libro ne è il manifesto teorico.</p>
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La <strong>decrescita</strong> (degrowth in inglese, décroissance in francese, decrecimiento in spagnolo) è una corrente di pensiero politico, economico e sociale favorevole alla <br/>La <strong>decrescita</strong> resta prima di tutto un détournement, un dirottamento con cui recuperare la libertà e il potere di immaginare e costruire significati e mondi diversi.<br/>17/01/2015 · Serge Latouche, economista, filosofo e professore dell’Università di Parigi, fervente sostenitore <strong>della decrescita</strong> e accanito avversario del consumismo <br/>I sette laboratori certificiati Social Art da due anni hanno fatto una <strong>scommessa</strong>: creare una collezione di design mettendo insieme la creatività di una importante <br/>Tutto su economia argentina,Notizie su economia argentina, Speciali su economia argentina, News su economia argentina<br/>Nel dibattito filosofico del XXI secolo, il tema della condivisione è strettamente intrecciato ai temi delle problematiche economiche e sociali.<br/>Poco alla volta ci stiamo abituando alla rivoluzione delle piante autofiorenti, che apportano innumerevoli vantaggi per il coltivatore, ma anche molti grattacapi per <br/>"Se c'è un antico centro storico che merita di essere salvato, custodito, reso praticabile ma soprattutto difeso è proprio la meravigliosa Taranto vecchia" (Gillo <br/>La fine dei tempi nell'epoca della sua riproducibilit tecnica.<br/>Beppe Scienza, autore de Il risparmio tradito  Prego chi mi scrive di non allegare, inizialmente, file ecc. e riassumere tutto nell'e-mail stessa.
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Serge Latouche, «La Scommessa della Decrescita

Serge Latouche mette il dito nella piaga: bisogna decolonizzare l’immaginario personale e collettivo, attualmente prigioniero del mito della crescita. Ma nel suo bel libro propone il sentiero necessario da battere: l’educazione. Dunque, la scuola. Esattamente quello che la sinistra non sa (nè vuole) vedere! Una scuola dove la vita dei territori sia presente, dove venga proposta seriamente l’educazione all’affettività e alla cittaidnanza sovrana (perchè la decrescita è pensiero eretico e recupero di democrazia effettiva), dove siano presenti libri e riviste alternative, dove si maturi un nuovo stile di vita. Insomma, Latouche ci invita a recuperare il primato dell’educazione, consapevole che l’educazione è sempre ‘politica’.

Mi aspettavo di più da questo libro. Capire se una società più sobria è realmente realizzabile senza un collasso, e come l’economia si trasformerebbe (pensioni, investimenti…). Il discorso decrescita è ovviamente interessante, ma Maurizio Pallante è molto più chiaro, semplice ed esauriente. Latouche è incasinato, salta un po’ quà e là, non c’è un discorso lineare. Molte citazioni (anche di Pallante), ma alla fine non è esaustivo, e lascia parecchi punti irrisolti. Per avvicinarsi al concetto di decrescita è molto più immediato Pallante. Questo libro da parecchie cose per scontate. Si può essere d’accordo nei fondamenti, ma da un economista ci si aspetta una trattazione tecnica più esauriente e realistica.

Spiace constatare che il recensore definisca «cadute retoriche» definizioni come quella riportata, secondo cui la crescita è «un virus e una droga

Si tratta è un eccellente manifesto sull’«OLISMO SOCIOECONOMICO» che l’autore chiama DECRESCITA (che non è l’opposto della crescita economica). Masticando un pò di olismo, per passione e per necessità, trovo che i necessari cambiamenti di rotta per entrare in un’ottica olistica per il benessere del singolo, siano tratteggiati con maestria da Latouche per il benessere globale della società come del suo ambiente, per evitare che il Gigante Barcollante (il sistema socioeconomico attuale), per stare in equilibrio, debba continuare a correre crescendo, continuando così a schiacciare tutto ciò che trova sul suo percorso, fino a collassare sotto il suo stesso peso. Latouche è uno studioso di antropologia economica e nella sua esposizione divulgativa usa un linguaggio tecnico chiaro e appropriato, senza divagazioni su olismo e affini. Ma credo che il concetto di OLISMO si accosti bene ad una Teoria della Decrescita in cui, il mio benessere è il tuo benessere, e con questo faccio riferimento alle relazioni Nord-Sud del mondo, come a quella Uomo-Ambiente, o a quelle più elementari fra singoli esseri umani, etc. etc. Non è una teoria disfattista, anche se può sembrare tale a coloro che credono nella supremazia del mercato e della scienza, che sarebbero in grado di risolvere qualsiasi problema. Ma intanto non sono state in grado di risolvere i problemi di una buona fetta dell’umanità per la quale la sopravvivenza è tuttora un’emergenza giornaliera. A proposito di scienza lo stesso Latouche dice»una cieca fede nella scienza e nel futuro per risolvere i problemi del presente è contraria non solo al principio di precauzione, ma semplicemente al buon senso