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Serge Latouche mette il dito nella piaga: bisogna decolonizzare l’immaginario personale e collettivo, attualmente prigioniero del mito della crescita. Ma nel suo bel libro propone il sentiero necessario da battere: l’educazione. Dunque, la scuola. Esattamente quello che la sinistra non sa (nè vuole) vedere! Una scuola dove la vita dei territori sia presente, dove venga proposta seriamente l’educazione all’affettività e alla cittaidnanza sovrana (perchè la decrescita è pensiero eretico e recupero di democrazia effettiva), dove siano presenti libri e riviste alternative, dove si maturi un nuovo stile di vita. Insomma, Latouche ci invita a recuperare il primato dell’educazione, consapevole che l’educazione è sempre ‘politica’.
Mi aspettavo di più da questo libro. Capire se una società più sobria è realmente realizzabile senza un collasso, e come l’economia si trasformerebbe (pensioni, investimenti…). Il discorso decrescita è ovviamente interessante, ma Maurizio Pallante è molto più chiaro, semplice ed esauriente. Latouche è incasinato, salta un po’ quà e là, non c’è un discorso lineare. Molte citazioni (anche di Pallante), ma alla fine non è esaustivo, e lascia parecchi punti irrisolti. Per avvicinarsi al concetto di decrescita è molto più immediato Pallante. Questo libro da parecchie cose per scontate. Si può essere d’accordo nei fondamenti, ma da un economista ci si aspetta una trattazione tecnica più esauriente e realistica.
Spiace constatare che il recensore definisca «cadute retoriche» definizioni come quella riportata, secondo cui la crescita è «un virus e una droga
Si tratta è un eccellente manifesto sull’«OLISMO SOCIOECONOMICO» che l’autore chiama DECRESCITA (che non è l’opposto della crescita economica). Masticando un pò di olismo, per passione e per necessità, trovo che i necessari cambiamenti di rotta per entrare in un’ottica olistica per il benessere del singolo, siano tratteggiati con maestria da Latouche per il benessere globale della società come del suo ambiente, per evitare che il Gigante Barcollante (il sistema socioeconomico attuale), per stare in equilibrio, debba continuare a correre crescendo, continuando così a schiacciare tutto ciò che trova sul suo percorso, fino a collassare sotto il suo stesso peso. Latouche è uno studioso di antropologia economica e nella sua esposizione divulgativa usa un linguaggio tecnico chiaro e appropriato, senza divagazioni su olismo e affini. Ma credo che il concetto di OLISMO si accosti bene ad una Teoria della Decrescita in cui, il mio benessere è il tuo benessere, e con questo faccio riferimento alle relazioni Nord-Sud del mondo, come a quella Uomo-Ambiente, o a quelle più elementari fra singoli esseri umani, etc. etc. Non è una teoria disfattista, anche se può sembrare tale a coloro che credono nella supremazia del mercato e della scienza, che sarebbero in grado di risolvere qualsiasi problema. Ma intanto non sono state in grado di risolvere i problemi di una buona fetta dell’umanità per la quale la sopravvivenza è tuttora un’emergenza giornaliera. A proposito di scienza lo stesso Latouche dice»una cieca fede nella scienza e nel futuro per risolvere i problemi del presente è contraria non solo al principio di precauzione, ma semplicemente al buon senso