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C’era bisogno di scrivere un romanzo del genere? la narrativa contemporanea o il lettore ne escono arricchiti? La risposta ad entrambe le domande è ovviamente no. Questo romanzo peraltro anche ben scritto è la summa della banalità e del nulla. Si tratta dell’ennesima storia avventurosa sullo stile Dan Brown che ha ormai annoiato anche i patiti del genere, una storia però che non prende e non avvince e un libro a cui manca del tutto l’anima. Mi spiace essere così drastico, però in una panorama letterario dove tanti bravi scrittori e tanti bei romanzi stentano a trovare la loro giusta collocazione è ingiusto che si dia risalto a romanzi così banali. Bocciato su tutta la linea
Sritto bene e scorrevole. Ma molto ma molto banale!!!!!! Peccato l’idea era bella.
Questa volta Marsilio ha toppato. L’inizio è decisamente promettente, nel senso che il ritrovamento subacqueo del manufatto è ben descritto ed in generale l’atmosfera che traspare dalle pagine è molto buona e già mi stavo pregustando le classiche nottate a luce accesa perso nello sbrogliamento di una matassa intrisa di misteri, occulto, colpi di scena e tanto altro. Il fatto è che tutto si sgonfia (paradossale vista la mongolfiera in copertina) troppo presto. In primo luogo questo La stella di Strindberg è una grossa grande fiera della banalità. La trama, il suo snodarsi, i colpi di scena sono tutti elementi molto ma molto prevedibili e già poco prima della metà del romanzo avrete capito dove l’autore vorrà andare a parare. Una trama quindi che sa di già letto o di già visto un pò in tutte le sue sfaccettature e che si trascina stancamente verso un epilogo contradditorio. Un altro grosso problema è quello legato alla mancanza di ritmo. Per un thriller questo lo reputo un peccato quasi mortale, roba da codice penale. Jan Wallentin proprio non riesce a dare brio, agio, tensione alla sua prosa e quindi il romanzo in sé, considerato appunto per il genere che rappresenta, non ne trae nessun giovamento. Oltretutto molte questioni sono rimaste un pò irrisolte, lambite, quasi sfiorate dall’autore, ma mai chiarite fino in fondo. Lacune che mi hanno fatto storcere un pò il naso e che contribuiscono a dare al libro un’aurea di precarietà, quasi che stessimo leggendo una bozza e non un romanzo compiuto e pubblicato. Il finale poi è francamente incomprensibile o meglio è pregno di una grossa carica onirica, però mi è parso al contempo un enorme guazzabuglio in cui l’autore, arrivato a questo punto, non sapeva proprio cosa inventarsi. Peccato perché l’impianto storico è quantomeno interessante e la base di spunti per garantire un thriller di qualità c’era abbastanza. Evitatelo. Delusione (se di delusione possiamo parlare).
E’ un bel libro,scritto bene.Narra una storia complessa,forse inverosimile,forse credibile. Io non ho ancora deciso.Ma mi associo a quanto l’autore scrive nella pagina dei ringraziamenti : nelle poche occasioni in cui il romanzo si discosta dalla realtà,è la realtà che dovrebbe essere diversa.