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Quando ho letto la trama di La strage degli imbecilli di Carl Aderhold, ho capito che l’avrei adorato. E non ne sono rimasta delusa, nonostante sia poco credibile che il protagonista riesca a uccidere tante persone senza essere fermato. Per me, che considero questo romanzo più un misto tra una commedia nera e un saggio filosofico e antroposociologico che un thriller, ciò non rappresenta un grosso problema. Se si riesce ad andare oltre questo dettaglio non trascurabile, si scoprirà il mondo di un uomo stanco di dover sopportare soprusi da parte di persone tra loro molto diverse, tutte accomunate da un certo grado di imbecillità (sulla cui definizione si interroga appunto il protagonista, classico «uomo qualunque»). L’obiettivo è semplice: sterminare l’orda di maleducati, arroganti, saccenti di ogni tipo che affollano gli uffici, le relazioni, le strade e i palazzi. Ne ucciderà a centinaia, prima di rendersi conto di essere, in fin dei conti, un assassino. Le pagine traboccano di momenti esilaranti (uno su tutti, la dissertazione sull’amore e la bellezza sul set di un film porno), ma anche di riflessioni più serie. Di sicuro, la teoria del serial killer supereroe è piuttosto condivisibile.
Ho letto questo libro in pochi giorni. Scritto bene, con uno stile conciso, mi ha affascinato fin dall’inizio. L’idea dell’imbecillità è una scusa per ironizzare sulla società e sui comportamenti che si ritrovano solitamente nel quotidiano. Il finale un pochino deludente, mi sarei aspettato qualcosa di più originale, in linea con l’intera originalità del libro. Per dirla alla e-bay consigliato++++
Ho comprato questo libro per caso, attratto anche dalla bella copertina. L’ho letto lentamente, come merita questa trama paradossale e delirante. All’inizio ho solidarizzato con il protagonista, riconoscendo i comportamenti imbecilli nella mia vita quotidiana. Ma dopo la meta’ del libro, la «missione» del protagonista diventa improbabile e completamente assurda: di fatto nessuno potrebbe sfuggire all’etichetta di imbecillita’. La figura del commissario di Polizia Marie e’ ambigua ma un po’ prevedibile, cosi’ come la sua sorte. Un bel romanzo, divertente e provocatorio. Qualche caduta di stile in certi punti.