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Un romanzo che si legge facilmente, ma non da emozioni importanti. Storia un pò triste un pò surreale, insomma non mi è piaciuto molto.
Siamo nel 1939 Rocco e Anita sono innamorati e hanno deciso di sposarsi. Rodolfo, il miglior amico di Rocco, va da Anita e le dice, sapendo di mentire, che Rocco la tradisce e che è un porco. Anita, per vendetta, cede alle lusinghe di Rodolfo e non vuole più vedere Rocco, neppure per un chiarimento. Distrutta va a fare la prostituta a Torino e Rocco diviene un vagabondo. Passano cinquant’anni e nel 1988 riappare Rodolfo. Da quel momento Rocco, che vive nell’abbrutimento totale, pensa solo a vendicarsi. Per lui sono tutte balle quando si dice che la vendetta non dà alcuna soddisfazione e lascia l’amaro in bocca. Morale della favola: Rocco e Anita sono due masochisti che alla prima difficoltà, che incontrano nella vita, gettano la spugna e mandano tutto all’aria, senza alcuna speranza e senza il raggio illuminante della ragione. Bestie o poco più. No, questo romanzo, a differenza di altri di Vichi, non mi è proprio piaciuto.
Ho letto solo ora questo libro di Vichi e devo dire che come sempre lo scrittore ti trascina dentro la storia che narra. Non è assolutamente vero che questo libro sia un fiasco. E’ scritto benissimo e la storia è originale. A chi piace solo «Bordelli» dico che dovrebbe apprezzare anche le altre storie di Vichi che per me sono sempre piacevolissime e riesce a coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine.
Non è il Vichi che ci si aspetta! Il Commissario Bordelli è un’altra cosa! Si legge abbastanza bene ma non è entusiasmante.