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Senza tremori definisco questo un libro stupendamente libero sembra una forzatura ingenua, e invece è davvero l’impronta più degna e più giusta a sigillare questo colosso diaristico dentro il quale le arti e la personalità dell’autore, i suoi sprezzi, la sua sostanza interiore più scelta, le sue corde emotive più allineate, riescono a offrire completezza critica e passione sincera come poche altre volte capita di leggere. Sbalzati fra Ciakovskji e Totò, fra Malaparte e Flaubert, ci si perde in migliaia di rivoli, scossoni, pruriti, commozioni, dove il genio titolato e il genio sfavorito, anonimo, si urtano in un’identica adorazione da parte dell’autore. Non mancano ovviamente i fastidi, i disgusti, le stroncanti caricature verso il sopravvalutato. Nell’insieme un libro magnifico, una ventata di sincerità favolosa guarnita in una prosa senza veli.
La luce forte e diretta del Golfo di Napoli illumina questa raccolta di pensieri, valutazioni, storie legati al mondo della musica classica Italiana ed europea. La forte personalità dell’autore, mai incline al compromesso, guida il lettore alla scoperta ed alla riflessione sul percorso musicale con i suoi protagonisti, offrendo aneddoti e verità vissute. Lettura accattivante, fonte estesa di spunti per l’ascolto di musica sublime dal rinascimento al contemporaneo.
Politicamente scorretto, coltissimo, croccante. Da leggere assolutamente!
Tra le belle recensioni uscite su questo magnifico libro condivido in particolare quella recente di Diego Gabutti (su ‘Sette’ del 28.11.14): «Scritto con aristocratico, brioso disordine, ‘La virtù dell’elefante’ di Paolo Isotta mantiene (cosa rara) quel che promette… E’ un racconto senza regole… ed è un viaggio culturale e persino politico nel gran loggione italiano, eternamente vociante e sgarruffato. E’ una miniera di storie, di sentenze critiche, d’erudizione classicista, di riflessioni divertite sull’omosessualità propria e altrui, di professioni d’odio e di stima. E’ un magistrale e straordinario repertorio di ‘digressioni nelle digressioni’… E’ infine il rendiconto scapigliato ma esatto di un’esistenza spesa a perseguire senza distrazioni la felicità: il godimento estetico, l’esecuzione somma, la nota perfetta, l’amicizia verace». E’ in tutto questo che di certo s’annida ‘la virtù dell’elefante’. E il suo grande successo.