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Primo romanzo che leggo di questo autore. L’idea di identificare alcune delle persone che partecipano alla presentazione del suo nuovo libro e di altre che invece incontra per strada per poi descriverle come lui le sente e farle diventare protagonisti di un «libro immaginario»non mi ha entusiasmato. L’autore non ha saputo,nel mio caso, prendere il lettore e invogliarlo alla lettura sino all’ultima riga. Mi dispiace abbassare la media ma più di due stellette non mi sento di dare.
Continuo a leggere libri di Oz senza ottenere piena soddisfazione. Buona capacita’ di introspezione, stile raffinato, certo. In questo caso poi c’e’ anche il divertimento di mettersi in scena, di mostrare il processo di elaborazione del reale per arrivare alla pagina scritta. Le vicende umane, ordinarie o meno, sono sempre fonte di curiosita’ e mistero, ma Oz vuole mantenere una certa distanza, osservare senza farsi coinvolgere. Procura piacere alla lettrice, ma senza (com)penetrarla.
Tel Aviv, calda sera d’estate. Lo Scrittore partecipa, presso una casa della cultura, alla presentazione del suo ultimo libro. Lo scrittore si annoia e per questo comincia a pensare alle persone poco prima viste al bar e ad alcuni dei presenti in sala. Costoro, poco a poco, diventano i protagonisti di un suo immaginario libro e vivono ed interagiscono con lui. Finzione e realtà si fondono (come ad esempio nell’incontro amoroso tra Ruchale e lo Scrittore) e solo alla fine scopriamo ciò che è realtà e ciò che è finzione.
Secondo libro di Oz per me. L’autore ha una scrittura fluida, scorrevole, però attenta, descrittiva, ironica. Scalfisce tutto, persone e ambiente. Si vorrebbe qualche sosta, qualche profondità più larga sugli incontri, intorno agli animi. Invece no, lancia fotografie ricche e poi le abbandona, abbozza quadri magnifici e non li termina. Però ho letto il libro con smania, presa dalla stessa curiosità dell’autore che costriusce storie in piena libertà e dopo le abbandona frettolosamente, quasi impaurito egli stesso dalla vicinanza e dal coinvolgimento con le sue creature e i suoi fantasmi. In piena libertà, ma anche in piena follia.