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Domanda: vi prego, ditemi come si fa a giudicare male un libro di questo autore…? Credo sia quasi impossibile. Io l’ho scoperto da poco e ogni suo libro che leggo è un piccolo viaggio ricco di emozioni. Mi piace ogni singolo aspetto dello stile e delle storie narrate da questo scrittore: la prosa scarna ma malinconica e poetica, le trame gialle ma assolutamente verosimili e ricche di umanità, le ambientazioni e le descrizioni dei personaggi, ecc ecc. Confermo in toto quanto molti utenti hanno scritto prima di me: autore da leggere a scatola chiusa, assolutamente.
Sono un amante di questo autore, a mio parere questo è assolutamente il migliore…
Finalmente torna ad essere Erlendur il protagonista di questo romanzo dell’autore islandese Indridason. Dopo gli ultimi, nei quali le indagini le svolgevano i colleghi poco empatici, ecco il nostro ispettore prendersi qualche giorno di vacanza per recarsi all’est, dove abitava da bambino e da dove, in una tragica bufera, è sparito il fratellino, mai ritrovato. Tutto il racconto è pervaso da una malinconica tristezza, che ti fa amare sempre più questo personaggio ossessionato dal non sapere se il fratello scomparso è vivo o morto. Ed anche da sensi di colpa. Forse è per questo che inizia a indagare, a livello personale, sulla sparizione di una donna, avvenuta nel 1942, e della quale non si è mai trovato il corpo. Colpa della tempesta, così feroce e tipica dell’Islanda, o la verità è un’altra? Non è facile far parlare i protagonisti dopo oltre 60 anni dall’avvenimento. Ma, piano piano, la verità viene fuori. Ed è una verità terribile. E cosa c’entrano le abitudini delle volpi? Questi animali hanno l’abitudine di nascondere nelle loro tane oggetti che trovano per strada. E se questa abitudine aiutasse Erlendur a trovare il fratellino scomparso? Ottima descrizione delle abitudini e della morfologia dell’Islanda. Ostici, comunque, i nomi delle varie località. Ma questo non è un problema.
Sono una voce fuori dal coro ma trovo questo romanzo abbastanza noioso e con finale scontato. Assegno un 2 per la prosa comunque coinvolgente che trascina, seppure lentamente, al finale.