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Mi è parso un libro abbastanza insulso e non riesco a capire come si possa dare il massimo dei voti a una storia che lascia solo l’amaro in bocca. In particolare mi hanno dato fastidio i riferimenti ai tristi casi in cui le donne incinte perdono i propri bambini: se la storia prevede un evento del genere ok raccontarlo, però trovo poco rispettoso e di cattivo gusto inserire senza motivo frasi che rimandano a questo dolore. Inoltre la trama è decisamente forzata, alla protagonista accade tutto ciò che di negativo può accadere, forse al solo fine di fare piacere il personaggio al pubblico? Un libro da evitare del tutto, a mio parere orribile. I libri belli sono altri.
Appunti per un romanzo.Lo stile asciutto va bene ma c’è un limite.Lo scrittore va avanti per slogan,si vede che lavora nella pubblicità. La storia è carina,il personaggio di più.Le situazioni sono strane.Lei descrive un marito distratto,avaro di complimenti,ma soprattutto capace di brutalità su di lei come donna e come madre.E lei lo perdona…e lo ama!!! Poi invece diventa inflessibile per l’ultima nefandezza.Ma che ti aspettavi da un uomo così?Non si capisce. Comunque un libro che fa riflettere ma certo non si parla di un’opera indimenticabile.
La protagonista ama il tranquillo scorrere del tempo, la sua famiglia, il suo negozio di merletti, insomma il suo piccolo mondo. Ma un giorno tutto si sfascia, mentre la fortuna la bacia. «E’ solo nei libri che può cambiare la vita. Solo lì si può cancellare tutto con un tratto di penna. Fare sparire il peso delle cose. Cancellare le cattiverie meschine e alla fine di una frase, ritrovarsi all’improvviso alla fine del mondo.» E scoprire di essere amata da chi non ami.
Le cose che non ho (Salani) sono quelle che forse è meglio non possedere mai, se per contro si perde ciò che si ha. Ma talvolta la vita decide diversamente e magari, con una schedina da due euro, si vince qualcosa come 18 milioni e mezzo. Accade a Jo, merciaia di Arras, che Grégoire Delacourt dipinge in un acquerello delicato eppure rutilante, le cui pennellate s’incupiscono, come è giusto che sia, quando i rimorsi la fanno da padrone e presentano il conto. Un romanzo, secondo me, sul bilancio generale della vita, con una scanzonata ma profonda analisi dei sentimenti, scritto in un modo armonioso e cadenzato (non una parola in più, non una in meno) che attacca alle pagine il lettore. Bello!